Lettera a Voltaire Contrappunti sulla libertà di Silvano Fausti. Ancora

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Lettera a Voltaire  è l’ultimo libro di Silvano Fausti, infatti è considerato quasi un testamento spirituale.

L’opera è una  specie di Summa del suo pensiero, nato come reazione alla strage avvenuta a  Parigi nel gennaio 2015, quella di Charlie Hebdo e delle rinnovate polemiche sullo “scontro di civiltà”, scritto durante i mesi di malattia.

Una riflessione sulla libertà, in particolare di espressione, sui fanatismi che spesso nascono dall’ignoranza e dal pregiudizio, e punta diritta al cuore stesso del mistero di Dio, rivelato nello straordinario “stile” di Gesù.

Vivere è l’arte di una liberazione continua da ogni schiavitù di intelletto e volontà, da ogni ignoranza e vizio. Ed è gioia di crescere ogni giorno di più in libertà di amare.

Padre Silvano Fausti come aveva già fatto nella Lettera a Sila, pubblicata nel 1993,  usa lo strumento della pseudonimia, infatti l’autore di queste “lettere sulla libertà”, indirizzate a Voltaire è  un “anonymus” gesuita , già insegnante di filosofia del famoso illuminista (che ha davvero studiato in una scuola della Compagnia di Gesù). Le lettere arrivano via email e via cellulare, perché «internet colma distanze di spazio e di tempo». Lo spazio è quello delle montagne lombarde, le Dolomiti, la città.

Per quanto riguarda il tempo, grazie alla finzione il passato e il presente si intrecciano.

La storia di ieri e la cronaca di oggi si sovrappongono.

Padre Fausti celato dietro la maschera dell’anonymus,   argomenta con passione e azzarda giudizi graffianti, polemici, spesso ben lontani dal  cosiddetto politically correct.

I contrappunti del sottotitolo, oltre che richiamare spartiti musicali, sottolineano infatti anche contrapposizioni dialettiche.

Un testo bruciante, che alle ragioni della Verità e dell’Ideologia contrappone la follia della Croce, rivelazione sempre sconcertante del Dio amore.

Meraviglioso quello che si legge a pag.102 e 103:

“ Scruta sempre il tuo cuore. E troverai il tesoro nascosto la tua identità autentica. La vera filosofia, anche per gli antichi, è esercizio spirituale”.

E ancora:

“Di tutto restano tre cose:

la certezza

che stiamo sempre iniziando,

la certezza che

abbiamo bisogno di continuare,

la certezza

che saremo interrotti prima di finire.

Pertanto, dobbiamo fare:

dell’interruzione,

un nuovo cammino;

della caduta,

un passo di danza;

della paura,

una scala;

del sogno,

un ponte;

del bisogno,

un incontro”.

Silvano Fausti (1940-2015), gesuita, dopo gli studi teologici e un periodo dedicato all’insegnamento, alla fine degli anni Settanta è stato tra i fondatori della Comunità di Villapizzone, nella periferia di Milano, in cui gesuiti e famiglie vivono in uno stile di condivisione. Apprezzata guida spirituale di tantissime persone, è stato confessore del cardinale Carlo Maria Martini, cui era legato da profonda amicizia.

«Cacciatore di frodo nella Bibbia», come amava definirsi, per lunghi anni ha tenuto seguitissimi incontri di «lettura della Parola».

È autore di numerosi libri di esegesi biblica e spiritualità, molti dei quali pubblicati da Àncora.

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