Suor Maria Grazia Gallingani, la mano nascosta di Dio

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Il Serra Club di Reggio Calabria nel suo ultimo incontro in programma per l’anno 2025 ha ricordato suor Maria Grazia Gallingani, detta, per la sua propensione alla carità verso i poveri dei quartieri minimi di Reggio Calabria: La mano nascosta di Dio! Famosa per aver fondato a Reggio Calabria Unitas Catholica. L’incontro si è svolto giovedì 29 maggio u.s. nella Sala Blu del Seminario Arcivescovile Pio XI di Reggio Calabria. Il pastpresident, Oreste Arconte, che ha moderano l’evento, ha ringraziato i numerosi convenuti, ha presentato i relatori, la dott.ssa Maria Pia Mazzitelli, Archivista di Stato e Bibliotecaria che si sta occupando del riordino delle carte e dei numerosi documenti che segnano la vita della suora della Carità, custodite in Seminario e don Nino Pangallo, ex direttore della Caritas diocesana Reggio Bova, Rettore del Seminario fino all’anno scorso e oggi parroco della Chiesa di S. Paolo alla Rotonda. Come di consueto i lavori sono stati aperti da don Simone Vittorio Gatto, Rettore da un anno del Pio XI. con la preghiera del Salve Reggina. Don Simone tra l’altro ha evidenziato che il dono che si è ricevuto da questa donna, piccola ma forte, è stata una grazia divina. Ricordare suor Maria Grazia è un bel momento. Spero che il Seminario attraverso il Serra possa proporre altri momenti significativi dove dalla storia si possa trarre linfa vitale per l’evangelizzazione. La dottoressa Maria Pia Mazzitelli, sta ordinando i documenti che riguardano l’intensa e proficua opera di carità della suora missionaria svolta nei quartieri di prossimità della città di Reggio Calabria. Documenti che rischiavano di essere perdute saranno ben custodite nella Biblioteca del Seminario Pio XI. La Mazzitelli, commossa e con le lacrime agli occhi ha raccontato la vita e le opere della piccola ma grande donna emiliana che appena ventenne arrivò a Reggio per mettersi a servizio degli ultimi. La storia di Maria Grazia Gallingani, inizia quando l’arcivescovo mons. Giovanni Ferro, assieme a suor Eugenia le inviò a Fondo Versace, rione nella zona alta e periferica della città, a prendersi cura delle famiglie residenti. In una lettera inviata al Prefetto Maria Grazia, apostolo della carità, così descrive la situazione del ghetto reggino al suo arrivo nel 1953: Abitazioni in baracche monolocali privi di servizi igienici, di corrente elettrica e di acqua corrente. Nel quartiere non esistono opere di urbanizzazione primaria, le fogna lungo le strade, fatte di fango e cumuli di immondizia ai margini, scorre a cielo aperto. Le 360 famiglie poverissime che vi risiedono vivono di lavoro saltuario, in assoluta promiscuità e in condizioni di brutimento morale e materiale. Le condizioni minime del quartiere  non scoraggino però le due giovane donne che si mettono subito all’opera. Senza mezzi, ma pieni di entusiasmo e di vigore, fiduciosi nella Divina Provvidenza e sorretti da una robusta fede affittarono nel Fondo Versace una piccola casa e avviano la loro attività di carità sociale. Costituiscono, con 14 soci volontari, una Società Cooperativa denominata Unitas Catholica finalizzata al miglioramento delle condizioni generali materiali, intellettuali e morali dei giovani bisognosi di assistenza. Negli spazi dei due piccolissimi locali della casa, come il miracolo dei due pani e dei pesci, hanno messo in piedi: la scuola materna e l’asilo nido, la scuola di cucito e di ricamo, il doposcuola, il catechismo e la scuola serale per gli adulti. Nel 1955 la Cooperativa fu sfrattata e così, grazie alle donazioni che intanto arrivavano copiose e all’aiuto costante di mons. Ferro comprarono un terreno dove costruirono la Casa Famiglia “Madonna delle Grazie” e la Chiesa di S. Stefano Proto Martire. In questa chiesa, mons. G. Ferro, nel 1956 consacrò Maria Grazie Gallingani, suora missionaria. Nel 1962 l’Opera venne riconosciuta come Associazione di Diritto Canonico con il nome di Missionarie Unitas Catholica e nel 1972 il presidente della Repubblica la eresse a Personalità Giuridica. Suor Maria Grazia Gallingani Muore il 21 maggio 2016 ma è sempre presente nel cuore di chi l’ha conosciuta affiancata e sostenuta. Don Nino Pangallo inizia la sua esposizione con una domanda: “Qual è il messaggio che possiamo attingere per non rimanere prigionieri della nostalgia di una figura che tanto ha rappresentato in quel tempo per la vita della nostra Chiesa locale e per la città? L’esempio Evangelico! Suor Maria Grazia fu l’espressione di una comunità cristiana che prende sul serio il Vangelo e cerca di accoglierlo nel profondo. Il Vangelo ti cambia la vita. Suor Maria Grazia sentì il bisogno di conoscere Gesù e di testimoniarlo. Sono trascorsi duemila anni e la Chiesa non si stanca mai di chinarsi sulle ferite degli ultimi. Le persone passano, ma Cristo resta  e la sua carità non avrà mai fine. Anche la Chiesa reggina ha sempre vissuto una grande attenzione nei confronti degli ultimi. E qui don Nino ci riporta nel secolo scorso. Pensiamo a Reggio attraversata dal terremoto del 1908 e da due Grande Guerre. In questo contesto di rovine e di miseria si inserisce la figura e l’opera caritatevole di Suor Maria Grazia in armonia a mons. Ferro, figlio di Girolamo Emiliano, che quando fu mandato a Reggio Papa Pio XII gli disse: “Vada in Calabria e sia un pastore di carità”. Un territorio molto vulnerabile bisognoso di presidi di spiritualità e di carità. Il modo per poter entrare in ambienti abbandonati e portare il vangelo e la speranza di un mondo migliore. Suor Maria Grazia con don Italo Calabrò, sia pure con modalità e ruoli diversi, furono i cuori e le braccia di carità di mons. Ferro. Suor M. Grazia sognava di fare della sua Fondazione una Congregazione religiosa, ma il progetto di Dio e misterioso. Anche nella Chiesa realtà con finalità positive finiscono storicamente. Ma ne usciranno delle altre perché lo Spirito, concluse don Nino, rimane per sempre. Tra gli interventi programmati hanno preso la parola, mons. Antonino Denisi, Marcella Ritto, Antonia Aricò, e la signora Paola. Il presidente del serra Club, Anna Nucera ha chiuso accogliendo la proposta dell’assemblea, farsi portavoce presso l’amministrazione comunale per l’intitolare al suor Maria Grazia Gallingani di una via a Reggio Calabria e creare, possibilmente, le condizioni per iniziare una eventuale causa di canonizzazione.

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