Michele Conìa, avvocato, sindaco di Cinquefrondi (RC) e consigliere metropolitano della città metropolitana di Reggio Calabria, delegato ai Beni Confiscati, Periferie, Politiche giovanili e Immigrazione e Politiche di pace riferisce che:- Fin dallo scorso ottobre, all’indomani dell’approvazione alla Camera dei Deputati dell’allora DDL Sicurezza 1660 ( poi trasformato in Decreto legge n. 48/2025 e convertito senza modifiche in Legge n. 80 dell’11 aprile 2025) ho lanciato l’allarme sull’attacco allo Stato di diritto esprimendo una posizione netta, segnalando possibili rischi di compressione dei diritti civili, la riduzione degli spazi di manifestazione del dissenso, di proteste e lotte, restringendo gli spazi di agibilità democratica e criminalizzando chi protesta pacificamente con pene sproporzionate. Nei giorni scorsi, l’Ufficio del Massimario della Corte di Cassazione, con una corposa Relazione (n. 33/2025) di 129 pagine, ha segnalato alcuni elementi critici sotto il profilo costituzionale e procedurale. A titolo esemplificativo: non sarebbe giustificata la decretazione d’urgenza, il testo sarebbe troppo eterogeneo cioè includerebbe discipline molto diverse tra loro, violerebbe il principio di proporzionalità e per quanto attiene la detenzione in carcere di madri incinte o con bimbi, nella relazione della Cassazione, viene indicata come una violazione dei diritti della maternità e del bambino. Per quanto attiene alla questione dei blocchi stradali o ferroviari come espressione di dissenso, protesta o forma di lotta sindacale, per la Cassazione, non sarebbero punibili se il disagio procurato è ridotto, cioè tale da non impedire completamente la circolazione dei mezzi. Anche il Protocollo siglato tra Italia e Albania per la gestione dei migranti, secondo la Corte di Cassazione, sarebbe in aperto contrasto con la Costituzione italiana, il Diritto europeo e internazionale. Dubbi di costituzionalità erano stati espressi dall’ Unione delle Camere Penali e dall’ANM ma anche da numerose associazioni come Antigone, Asgi (Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione), Amnesty Internationl, Arci, Caritas. Inoltre, lo scorso dicembre, anche il Commissario Europeo per i diritti umani aveva lanciato un monito ai senatori dall’astenersi dall’approvazione del ddl sicurezza.Anche io, da esperto di Diritto, ho ravvisato dubbi di costituzionalità e per questo ho aderito a una mobilitazione nazionale partecipando , lo scorso 12 maggio, al digiuno a staffetta contro il decreto Sicurezza. Con questa forma di protesta non violenta e pacifica, ho inteso unirmi agli oltre 200 giuspubblicisti, associazioni e parlamentari che hanno sollevato questioni di costituzionalità e questa bocciatura senza appello dimostra che si tratta di un provvedimento che limita gravemente lo spazio civico, criminalizza il dissenso e mette a rischio i diritti fondamentali.
Michele Conìa, avvocato, sindaco di Cinquefrondi (RC) e consigliere metropolitano della città metropolitana di Reggio Calabria, delegato ai Beni Confiscati, Periferie, Politiche giovanili e Immigrazione e Politiche di pace.
- Tags: albania, cassazione, cinquefrondi, Italia, Michele Conia