Conclusa la straordinaria opera del Vocabolario del Dialetto di Maierato dei ricercatori Rizzo e Brundia Pino Cinquegrana

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Da tempo, come più volte ribadito dall’illustre linguista professore John Trumper, il patrimonio l’uso linguistico (scritto e orale) è da intendersi quale patrimonio culturale, facente parte dei “beni culturali”. Lo stesso Tullio De Mauro, nel 1975, affermava “che qualunque espressione linguistica è di per sé un bene culturale”. Un agire che ormai rigetta quanti hanno sostenuto per anni quanto il dialetto quale subcultura non può avere e ne mantenere un ruolo culturale in quanto è trasmesso solo a livello orale, manca, pertanto della scrittualità. Un modo di vedere l’idea stessa di significato culturale secondo i riferimenti lingua/dialetto  che oggi è visto come freschezza comunicativa e portatore di valori. È in questa direzione che i ricercatori del dialetto maieratano, Domenico (Mimmo) Rizzo e Massimo Brundia, si sono mossi nel promuovere la dialettofonia paesana carica di significati multipli è renderla una parlata plastica come emerge dai due volumi Marricorcu e ancora marricordu  in cui i tempi, la scelta lessicale e verbale proietta dentro un mondo recuperabile solo con la memoria intesa come capacità di conservare determinate informazioni e, allo stesso tempo rimanda ad un complesso di funzioni psichiche, psicologiche in quanto per dirla con Freud “nulla di ciò che una volta abbiamo posseduto intellettualmente può andare del tutto perduto”.  Un entrare e uscire dalla lingua nazionale a quella dialettale e viceversa identitari  per consuetudini e storia e in questo senso il dialetto diventa memoria di un passato fortemente necessario per servire un presente che si proietta al futuro. Ed ecco allora che il vocabolario del dialetto di Maiearato  a cura di Rizzo e Brundia. Un’analisi antropologica del vocabolario dialettale permette di comprendere, quindi, come la lingua, in particolare il dialetto, sia uno specchio della cultura e della storia di una comunità. Il dialetto, infatti, non è solo un sistema linguistico, ma un insieme di espressioni, modi di dire, e termini che riflettono le tradizioni, le credenze, le attività quotidiane e le dinamiche sociali di un determinato contesto geografico e storico. Ed questa la straordinarietà dei due ricercatori che sono riusciti a portare a termine, seppure con l’intento di continuare un’opera, quella del vocabolario che ripropone il mondo della comunicazione della gente di un paese che partì verso le Americhe con l’unico strumento comunicativo di loro posse: il dialetto di Maierato.

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