Il 27 luglio la chiesa ricorda San Pantaleone Martire,patrono delle ostetriche e compatrono dei medici con i celebri Cosma e Damiano, e che fa parte del gruppo dei cosiddetti santi anargiri (termine d’origine greca che letteralmente significa “senza denaro”), così chiamati per aver esercitato la professione medica senza chiedere compenso.
Secondo la tradizione agiografica, San Pantaleone era figlio di Eustorgio, un ricco pagano di Nicomedia, ed era stato educato nella fede cristiana dalla madre Eubula. Dopo la morte della madre, iniziò ad allontanarsi dalla Chiesa e sotto la guida del medico Eufrosino apprese l’arte medica.
Era bravissimo, e per questo entrò al servizio dell’ Imperatore Massimiano o, secondo altre fonti e più verosimilmente, di Galerio, il quale fu prima Cesare (293-305) e poi augusto d’Oriente (305-311). Ritornò, in seguito al cristianesimo grazie a un sacerdote di nome Ermolao, che lo convinse, nonostante fosse un bravissimo medico, a mettere al primo posto Cristo.
Pantaleone convertì il padre, dopo aver miracolosamente guarito un cieco con l’invocazione del nome di Cristo.
Alla morte del genitore, liberò i suoi schiavi e distribuì i suoi beni ai poveri.
A causa dell’invidia di alcuni colleghi fu denunciato all’imperatore.
Questi cercò di farlo apostatare in vari modi, passando dalle lusinghe alle aperte minacce, ma non riuscendo nell’intento lo condannò a morte, bollando tutti i miracoli da lui compiuti come un’esibizione di “magia”. Dopo svariati tentativi di ucciderlo, vanificati da altrettanti prodigi, fu decapitato.
Presso il duomo di Ravello, è custodita un’ampolla con il sangue di Pantaleone e tante città vantano di possedere parte delle sue reliquie e tra queste vi è Venezia, dove il martire di Nicomedia ha goduto fin dall’epoca medievale di grande devozione e che ancora oggi ne conserva un braccio nella chiesa di San Pantalon, come i veneziani chiamano il santo.
Ed è proprio nel giorno dedicato al santo che a Serrata, grazioso comune della città metropolitana di Reggio Calabria, presso la parrocchia dedicata a questo grande santo, guidata da don Giancarlo Musicò , che la pittrice Emma Guerrisi ha donato una sua opera, raffigurante San Panaleone.
Don Giancarlo Musicò, qualche tempo fa, nel corso di una riunione della costituente sezione UCAI nella Piana del Tauro, ha chiesto alla pittrice di Cinquefrondi, visto la bellezza dei suoi lavori, di realizzare un dipinto del Santo.
L’artista donna sensibile e altruista ha subito accettato.
Grande soddisfazione è stata espressa da don Giancarlo che ha subito benedetto l’opera .
Presente il vescovo della diocesi Oppido Mamertina Palmi, Mons. Giuseppe Alberti che ha rimarcato la bellezza e l’importanza dell’opera.
Emma Guerrisi è un’apprezzata pittrice ispirandosi alla natura e alla pittura realistica. Predilige tecniche come l’olio e l’acquerello e ama dipingere paesaggi, figure e volti. Recentemente, ha interpretato con i suoi colori anche alcune poesie.
Caterina Sorbara