Al Rhegium Julii, il Caffè Letterario di Attilio Bolzoni: la parola come resistenza

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Nel cuore dell’estate reggina, il 18 agosto, alle 21.30, presso il Circolo tennis “Rocco Polimeni” il Rhegium Julii conclude  il ciclo dei “Caffè letterari 2025” aprendo le sue porte a una voce che da oltre quarant’anni racconta l’Italia delle verità scomode: Attilio Bolzoni.

Giornalista, scrittore, inviato di lungo corso per l’Ora prima , la Repubblica, dopo e il Domani oggi, Bolzoni ha attraversato con taccuino e registratore alcune delle pagine più buie della nostra storia recente, ed oggi porta alla nostra attenzione  non solo un mestiere, ma un’idea di giornalismo come impegno civile.

L’incontro, si terrà nella suggestiva cornice del Circolo Polimeni . Non sarà  la semplice presentazione di un libro, ma  un viaggio dentro le pieghe di un Paese segnato da mafia, corruzione e silenzi. Bolzoni racconterà i suoi anni in Sicilia, l’amicizia con colleghi e magistrati caduti per mano della criminalità organizzata, il ruolo – fragile e potente al tempo stesso – della parola scritta.

«Scrivere di mafia – ricorda Bolzoni – significa misurarsi con un nemico che non ama la luce. Spetta al giornalista non solo informare, ma illuminare, dare nomi e cognomi, raccontare storie che altrimenti tutto verrebbe sepolto». Parole che troveranno eco nella platea, in una provincia come Reggio Calabria, dove il confine tra cronaca e memoria è spesso sottile.

Il Rhegium Julii, fedele alla sua missione di far dialogare letteratura e società, ha incorniciato l’evento in un’atmosfera densa di partecipazione. Bolzoni porterà  ricordi personali e riflessioni sul mestiere di giornalista, soffermandosi sull’evoluzione dell’informazione: dalla carta stampata alle nuove piattaforme digitali, fino alle minacce alla libertà di stampa. «Il rischio – sottolinea l’ospite – è che la velocità bruci la verità. Servono lentezza, pazienza e la capacità di ascoltare».

Accanto alle parole, non mancherà la cronaca: il giornalista  presenterà il suo ultimo libro Immortali edito da Fuoriscena, testo che mescola inchiesta e racconto, ricostruzione storica e sguardo umano. Storie che, pur parlando di sangue e ingiustizia, sono caratterizzate da una costante: “la dignità di chi resiste”. Soprattutto si chiederà dove si è nascosta la mafia, che cosa è diventata e come la borghesia mafiosa si è ripresa il potere.

L’incontro sarà animato dai dialoghi condotti dall’esperto giornalista Giuseppe Smorto, dall’analista sociale Franco Costantino e da Rocco Fedele presidente dell’Associazione Palingenesi. Bolzoni, con il tono pacato di chi ha imparato a pesare ogni parola, lascerà un messaggio chiaro: «Non abbiate paura della complessità. Raccontare bene le cose è il primo passo per cambiarle».

Il Caffè Letterario del Rhegium Julii, con questa serata, conferma la sua vocazione di presidio culturale, capace di portare a Reggio Calabria testimoni che non solo scrivono libri, ma costruiscono coscienza. E il pubblico, uscendo, avrà negli occhi quella particolare luce che nasce quando la letteratura e la vita si specchiano l’una nell’altra, e le parole non resteranno chiuse in un libro, ma continueranno a camminare per le strade dell’intero Paese.

Bibliografia

Con Giuseppe D’Avanzo ha firmato “Il capo dei capi (Mondadori, 1993), La giustizia è cosa nostra (Mondadori, 1995) Rostagno, un delitto tra amici ( Mondadori, 1997), con Saverio Lodato ha scritto  C’era una volta la lotta alla mafia (Garzanti 1998), Parole d’onore (Bur, 2008), Faq Mafia (Bompiani 2010), Uomini soli (Melampo 2012).

Ha ricevuto nel 2013, tra gli altri il premio Giuseppe Fava.

 

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