di Giovanni Tonini e Cecilia Sandroni
Cinque contributi recenti mettono in luce le criticità del rigassificatore galleggiante ex Golar Tundra, attualmente Italis LNG, ormeggiato nel porto di Piombino; un’infrastruttura imposta in tempi rapidi sull’onda della crisi energetica post-2022, ma il cui impatto suscita ancora oggi interrogativi profondi, spesso sottovalutati.
Il primo contributo, “Il caso Piombino e il rigassificatore: tra geopolitica, interessi e silenzi” (pubblicato il 29 luglio u.s.), affronta il tema da un punto di vista geopolitico e istituzionale, analizzando la cornice normativa entro cui è avvenuta l’installazione dell’impianto.
Emergono questioni rilevanti:
il mancato rispetto della normativa Seveso
le deroghe procedurali adottate in nome dell’emergenza
le carenze di trasparenza e partecipazione pubblica
la scelta di collocare un terminale ad alto rischio industriale in un porto commerciale, già congestionato e in prossimità del centro abitato
Il secondo contributo, “Terminal LNG galleggianti: sicurezza a rischio” (pubblicato il 5 agosto u.s.), si concentra sugli aspetti più tecnici e sulla vulnerabilità intrinseca delle FSRU (Floating Storage and Regasification Units), soprattutto in un’area complessa come il Mediterraneo. Vengono evidenziati i rischi legati a collisioni navali, eventi climatici estremi, minacce ibride e attacchi cibernetici, con particolare riferimento alla mancanza di una strategia coordinata tra istituzioni civili, autorità militari e organismi internazionali. Si richiama così la necessità di una governance multilivello, in cui anche NATO e Unione Europea abbiano un ruolo attivo nella protezione degli asset energetici strategici.
Il terzo contributo, “Nave rigassificatrice e acciaio a Taranto: una convivenza che solleva domande” ( agosto 2025), prende le mosse dal piano di decarbonizzazione dell’ex-ILVA, che prevede l’uso di una nave rigassificatrice per alimentare forni elettrici e impianti DRI. L’articolo mette in evidenza come il Governo abbia sostenuto in tempi rapidi la FSRU di Piombino in chiave emergenziale e ora promuova un impianto analogo a Taranto, senza però applicare lo stesso metro di valutazione tra i due contesti. Piombino, con il suo porto di dimensioni ridotte, la vicinanza del centro abitato, l’intenso traffico commerciale e turistico (traghetti operativi tutto l’anno, con picchi estivi) e condizioni meteomarine spesso ventose, presenta criticità persino maggiori rispetto a Taranto. L’intento non è contrapporre le due città, ma richiamare la necessità di criteri coerenti e trasparenti nelle decisioni, tenendo conto dei rischi strutturali, operativi e ambientali che impianti di questo tipo comportano in porti urbani.
Un articolo dedicato è stato pubblicato su MediterraneiNews (9 agosto 2025) a contemplare in un unicum quanto elaborato nei primi tre contributi.
Il quarto contributo, “Dove potrebbero sorgere nuovi rigassificatori galleggianti in Italia? Uno sguardo alle aree offshore e alle opportunità strategiche” (19 agosto 2025) presenta la prima analisi tecnico-economica integrata per identificare alternative offshore alle attuali installazioni portuali di FSRU. La ricerca quantifica per la prima volta i costi sociali nascosti del sistema attuale (195 milioni €/anno) e propone tre aree strategiche ottimali: Adriatico Centrale, Adriatico Meridionale e Tirreno Meridionale.
Attraverso una metodologia multi-criterio innovativa che integra vincoli ambientali, parametri operativi e analisi economico-finanziarie, lo studio dimostra come le soluzioni offshore possano generare un valore economico netto superiore a 8,9 miliardi di euro su 25 anni, eliminando completamente i rischi per le popolazioni costiere. L’Adriatico Meridionale emerge come localizzazione economicamente ottimale (VAN +3,92 miliardi €, TIR 9,8%), seguito dall’Adriatico Centrale per rapidità di implementazione.
La ricerca evidenzia come ogni anno di anticipo nell’operatività generi benefici netti di 280-420 milioni di euro, giustificando economicamente l’approccio offshore nonostante investimenti iniziali superiori. L’analisi include valutazioni occupazionali (9.400 FTE in fase costruzione), impatti sul PIL nazionale (0,15-0,20%) e schemi di finanziamento ottimali. Il lavoro conclude con raccomandazioni strategiche per un coordinamento istituzionale accelerato e l’implementazione sequenziale del portfolio identificato, posizionando l’Italia come leader europeo nelle tecnologie FSRU offshore.
A dare visibilità alle problematiche trattate nei due primi articoli pubblicati è stato il contributo, il quinto, di cui all’intervista rilasciata da Cecilia Sandroni a RVS (il 31 luglio u.s.), nella quale si sottolinea l’importanza della consapevolezza pubblica su tematiche che intrecciano energia, sicurezza e ambiente. Un invito, implicito ma fermo, a superare l’approccio emergenziale in favore di una pianificazione trasparente, sostenibile e realmente condivisa.
(Nota: il circuito menzionato nell’intervista è aperto, per cui sversa varechina – cioè candeggina, ipoclorito di sodio – in mare).
WHY DOES ITALY HATE THIS TOWN?
Piombino Is Continually Victimized by Italy’s Government and Power Elite
https://seventhchildblog.substack.com/p/why-does-italy-hate-this-town
Diretta Radio:
https://hopemedia.it/il-rigassifigatore-golar-tundra-nel-porto-di-piombino-rimane-un-grosso-rischio-ambientale/
Link:
https://www.eurocomunicazione.com/2025/08/05/terminal-lng-galleggianti-sicurezza-a-rischio/