Milena Palminteri, premio Corrado Alvaro per la narrativa con il volume “Come l’arancio amaro” (Bompiani); Milena Gabanelli e Simona Ravizza premio Leonida Repaci per la saggistica con il volume “Codice Rosso” (Fuoriscena), Giancarlo Pontiggia, premio Lorenzo Calogero per la poesia con la raccolta “La materia del contendere” (Garzanti); Fabrizio Mollo, premio Gaetano Cingari per gli studi meridionalistici con il volume “Gli altri. Le popolazioni non greche della Calabria antica IX-III secolo a.C.” (Rubbettino) sono i vincitori della cinquantasettesima edizione dei Premi Rhegium Julii edizione 2025.
Sono queste le conclusioni a cui è pervenuta la giuria presieduta dal giornalista Roberto Napoletano e composta da: Corrado Calabrò (presidente onorario) Benedetta Borrata, Giuseppe Caridi, Gioacchino Criaco, Nadia Crucitti, Mimmo Gangemi, Dante Maffia, Annarosa Macrì, Pietro Perone e Giuseppe Smorto dopo un approfondito lavoro di selezione.
I premi saranno consegnati venerdì 07 novembre prossimo, alle ore 21.00, presso Teatro Francesco Cilea di Reggio Calabria in una serata molto speciale condotta dalla giornalista e poetessa Ilda Tripodi.
Sarà presente per l’occasione il teologo Prof. Vito Mancuso, figura di primo piano del nostro Paese, con una Laurea magistrale Honoris causa in Giurisprudenza nel 2018 assegnata dall’Università della Calabria e diversi premi nazionali e internazionali al suo attivo. Al prof. Vito Mancuso è stato assegnato il Premio internazionale “Città dello Stretto” 2025. Intitolato al fondatore dell’Associazione Giuseppe Casile.
Nato il 9 dicembre 1962 a Carate Brianza da genitori siciliani, Vito Mancuso è dottore in teologia sistematica. Dopo il liceo classico statale a Desio (Milano), ha iniziato lo studio della teologia nel Seminario arcivescovile di Milano dove al termine del quinquennio ha conseguito il Baccellierato, primo grado accademico in teologia, ed è stato ordinato sacerdote dal cardinale Carlo Maria Martini all’età di 23 anni e sei mesi. A distanza di un anno ha chiesto di essere dispensato dalla vita sacerdotale e di dedicarsi solo allo studio della teologia. Dietro indicazione del cardinal Martini ha vissuto due anni a Napoli presso il teologo Bruno Forte (attuale arcivescovo di Chieti e Presidente della Commissione Episcopale per la Dottrina della Fede della Cei), sotto la cui direzione ha conseguito il secondo grado accademico, la Licenza, presso la Facoltà Teologica “San Tommaso d’Aquino”. Ha quindi iniziato a lavorare in editoria (Piemme, Mondadori, San Paolo, ancora Mondadori) proseguendo lo studio della teologia per il terzo e conclusivo grado accademico, il Dottorato, conseguito nel 1996 con il punteggio di 90/90 summa cum laude. Tesi dottorale: La salvezza della storia. La filosofia di Hegel come teologia, primo relatore Piero Coda (attuale Presidente dell’Associazione Teologica Italiana). La tesi è stata in seguito pubblicata da Piemme col titolo Hegel teologo e l’imperdonabile assenza del Principe di questo mondo. Ricevuta la dispensa papale, si è sposato in una parrocchia milanese con Jadranka Korlat, ingegnere civile. Dal matrimonio sono nati Stefano nel 1995 e Caterina nel 1999.
Coltiva da anni un rapporto costante con la carta stampata; molti suoi articoli sono stati pubblicati su Avvenire, Panorama, Corriere della Sera, Il Foglio, La Stampa. Moltissime le recensioni e le interviste per la stampa, la radio e la televisione. Dal 2009 al 2017 è stato editorialista di “Repubblica”, e dal 2022 è editorialista de “La Stampa”.
Ha partecipato a diverse rubriche televisive di Che tempo che fa (Fabio Fazio), L’Infedele (Gad Lerner), Le Storie, Quante Storie, Rebus (Corrado Augias, Giorgio Zanchini), Otto e mezzo (Giuliano Ferrara, Lilli Gruber), Uno Mattina, TG1, TG2, Maurizio Costanzo Show, di Martedì (La7), Geo (Rai3), Ogni cosa è illuminata (Camila Raznovich).
Con il 2025 il Rhegium Julii, nella nuova veste giuridica di Fondazione – Istituzioni e Imprese perla cultura ETS, rinnova il patto di rilancio del Mezzogiorno attraverso una rinnovata intesa tra Istituzioni, associazionismo, comunità e il mondo della cultura.
Saranno presenti giornalisti delle più importanti testate italiane, la RAI e il mondo della dell’Università e della scuola di Reggio Calabria che si apriranno a un confronto importante con le personalità presenti sul territorio.
La storia del Rhegium, del resto, non ha mai avuto connotazioni effimere e consumistiche, ma ha offerto sempre qualcosa di più: un cielo aperto sulla vita ricco di idee, di passione civile, di spinte all’edificazione culturale alimentata dai contributi di pensiero dei fondatori e l’entusiasmo dei nuovi talenti.
Il Rhegium Julii in 57 anni di vita, grazie alla spinta ed alla generosità dei tanti volontari, ha saputo coinvolgere straordinarie personalità calabresi come Gilda Trisolini, Emilio Argiroffi, Pasquino Crupi, Francesco Fiumara, esaltare prima le figure importanti di Leonida Repaci, Fortunato Seminara, Saverio Strati, Mario La Cava, Antonio Piromalli, Antonio Altomonte, Lorenzo Calogero e oggi degli scrittori Mimmo Gangemi, Gioacchino Criaco, Mimmo Nunnari, Annarosa Macrì, Benedetta Borrata, Nadia Crucitti, Giuseppe Caridi, e i poeti Corrado Calabrò e Dante Maffia che hanno trascinato tutti con la forza di un fiume in piena.
Ed è dal desiderio di accrescere ulteriormente il confronto oltre ogni barriera culturale, ideologica e di pensiero, che sono nati i Premi nazionali e internazionali Rhegium Julii che hanno registrato la presenza dei più grandi intellettuali del nostro Paese e del resto del mondo.
Oggi la Fondazione, dopo Guglielmo Calarco, Antonio Danat Cattin, Raffaele Nigro e Corrado Calabrò propone alla Presidenza della giuria una figura di primo piano del giornalismo italiano: il direttore del quotidiano Il Mattino Roberto Napoletano e sembra non fermarsi in più. Ha rafforzato la fede nella cultura, nella creatività, nell’antico sogno che ha fatto nascere la Polis prima, un Paese democratico poi.
C’è la coscienza di un servizio non ancora concluso, di una missione da compiere. Sotto i nostri occhi il mondo è sofferente per guerre interminabili, diseguaglianze, disumanità e a tutti appare essenziale lottare con convinzione per la promozione e la salvaguardia della bellezza, della pace, che restano obiettivi fondamentali per la qualità della nostra vita.
Il Rhegium Julii è consapevole di essere solo uno strumento di crescita di questo territorio e del nostro Paese, e, come sempre, continuerà a rispondere presente all’appello dei giovani per un futuro migliore. Il Rhegium Julii ci sarà.




