Il sindaco Michele Conìa: anche la Svimez esprime critiche sui Lep in Legge di Bilancio 

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Appena qualche giorno fa  mi  sono espresso, sulla stampa, sul pericolo rappresentato dai Lep  (Livelli essenziali di prestazione) inseriti nella Legge di Bilancio 2026 spianando la strada surrettiziamente all’ autonomia differenziata e all’iniquità tra territori- riferisce  Michele Conìa, avvocato, sindaco di Cinquefrondi (RC) e consigliere metropolitano della città metropolitana di Reggio Calabria, delegato ai Beni Confiscati, Periferie, Politiche giovanili e Immigrazione e Politiche di pace. Questa mia preoccupazione  ha trovato eco, lo scorso 3 novembre,  nell’audizione  della Svimez (Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno) davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato. Infatti l’associazione ha espresso forti critiche sul  tentativo di introdurre nella legge di Bilancio i  nuovi LEP sociali, facendo spuntare lo spettro dell’autonomia differenziata  bocciata un anno fa dalla Corte costituzionale.  Le opposizioni avevano chiesto  lo stralcio  al presidente del Senato ma la richiesta non è stata accolta. Secondo la Svimez i Lep sociali senza copertura rischiano di provocare una cristallizzazione del ricorso alla spesa storica e quindi l’ampliamento dei divari di cittadinanza. È inaccettabile inserire i Lep  nella manovra finanziaria – continua il Primo cittadino-  aggirando  la sentenza della Corte costituzionale, che aveva prescritto una revisione radicale dell’architettura della legge sull’autonomia differenziata e  un maggior coinvolgimento del Parlamento. Non si deve dimenticare – precisa Conìa- che nella sentenza 192/2024 del 3 dicembre 2024, la Corte Costituzionale ha imposto l’impossibilità di devolvere intere materie e limitandosi alle singole funzioni, la necessità di definire i LEP, ribadendo il ruolo centrale del Parlamento per colmare i vuoti aperti dalle norme dichiarate incostituzionali.  Anche io quando fui audito lo scorso 14 marzo 2024, in Commissione Affari costituzionali della Camera – rivela il sindaco di Cinquefrondi- non solo ho ribadito che Cinquefrondi è stato il primo comune in Italia che, nel dicembre 2018, ha adottato una delibera contro l’attuazione del federalismo fiscale e nell’aprile successivo ha avviato il ricorso contro il sistema di perequazione, ma ho anche sostenuto che sia più opportuno parlare di Livelli Uniformi, in quanto i LEP sarebbero un’uguaglianza costruita sul minimo, che lascerebbe invariate le attuali e gravi diseguaglianze. Da sottolineare che anche  la Fondazione Gimbe,  nella recente audizione in Commissione,  ha messo  in guardia contro il rischio di “definanziamento strutturale” della sanità pubblica  rendendo noto che la sanità pubblica ha perso in quattro anni l’equivalente di una legge di bilancio, mentre per cittadini e Regioni crescono liste di attesa, rinunce alle terapie e diseguaglianze di accesso alle cure. Continuerò a battermi – conclude Conia –per il riconoscimento dei principi  della solidarietà tra le regioni, dell’eguaglianza e della garanzia dei diritti dei cittadini e delle cittadine, denunciando che con la riproposizione dei  Lep  in finanziaria  si perpetuano le  disuguaglianze territoriali tra Nord e Sud.

Michele Conìa, avvocato, sindaco di Cinquefrondi (RC) e consigliere metropolitano della città metropolitana di Reggio Calabria, delegato ai Beni Confiscati, Periferie, Politiche giovanili e Immigrazione e Politiche di pace

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