E’ stato presentato a Gioia Tauro il romanzo storico di Pino Sciarrone: ” Ippolito il vasaio del Metauro “

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E’ stato presentato a Gioia Tauro il romanzo storico di Pino Sciarrone: ” Ippolito il vasaio del Metauro “.

L’evento è stato fortemente voluto e organizzato dal Circolo Culutrale Giambattista Vico, presieduto da Pino Toscano e  con il patrocinio del Comune di Gioia tauro.

Ha introdotto e moderato l’evento il critico d’arte prof. Marcello Anastasi.

Il romanzo è ambientato nel III Secolo a. C.

Il protagonista è  Ippolito, destinato dal fato a una vita da vasaio.

Il racconto acquisisce corposità dopo la distruzione di Lipari, avvenuta nel 252 a. C.

Il protagonista, descrive con malinconia la depressione sociale ed economica a  cui la sua città Metauria era andata incontro a causa soprattutto della malaria.

Il piccolo vasaio che avrebbe voluto seguire con passione il mondo del teatro greco, rimasto solo dopo l’improvvisa morte del padre, decide di spendere tutte le sue energie, per creare un importante ergasteria sulla spianata bassa di Pietrenere, dove la vita risentiva meno della desolazione che la malaria da una parte e l’invasione dei romani dall’altra, avevano segnato la sua città.

I prodotti della sua attività hanno  un grande successo, che gli  permettono anche di coltivare le sue passioni.

Insegnerà l’arte coroplastica ai discepoli di Lipari, che rifiorisce dopo l’invasione dei romani.

In seguito Ippolito diventerà un regista di successo.

Ma il fato incombe, e l’incontro con una donna lo porterà ad abbandonare la sua passione e a cadere nel gioco dei dadi.

Ma non è la fine, egli lascia volutamente un’ultima possibilità, un’altra tavoletta su cui il fato può ancora incidere qualcosa di bello.

Il romanzo è intriso della sacralità che accompagna il mito di Ippolito, venerato a Metauria e che diventa per il vasaio il suo punto di riferimento.

Infatti, nel romanzo Ippolito si cimenta a riprodurre l’antico bassorilievo affisso nel tempio dei dio della sua città.

Da qui  i riferimenti archeologici del romanzo, perché la tavoletta fittile è stata rinvenuta da Paolo Orsi nel 1902 in contrada S. Maria.

Inoltre, le maschere del teatro di Menandro sono state ricostruite dall’autore in tutti i 44 esemplari e  sapientemente studiati  in un  saggio pubblicato qualche anno fa.

Hanno magistralmente relazionato sul libro l’avv. Domenico Infantino e il dott. Giuseppe Ribuffo.

L’evento è stato intervallato dalla  violinista Alice Romeo e dalla lettura di brani da parte dell’attrice  Carmen Orso.

Numerosi gli interventi del pubblico a cui ha risposto l’autore.

In chiusura il dott. Pasquale Longordo, che per l’occasione ha esposto in sala  quattro  sue tele , ha  donato una  al dott. Sciarrone e una per il dott. Pino Toscano.

Pino Sciarrone è un poliedrico uomo di cultura: Pittore, Scultore e  Poeta, che con il suo impegno dà lustro alla città di Gioia Tauro.

Caterina Sorbara

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