Presidente Occhiuto,
Abbiamo appreso con attenzione il Suo annuncio sulla firma dell’accordo con la Regione Emilia-Romagna per l’introduzione di “tetti di spesa” volti a contenere la mobilità sanitaria passiva dalla Calabria. Abbiamo inoltre preso atto delle Sue dichiarazioni in merito alla proposta di modifica dello Statuto regionale per adeguarsi alla normativa nazionale sull’aumento di assessori e la previsione di sottosegretari.
Nonostante l’obiettivo dichiarato di “trattenere in Calabria un numero crescente di pazienti e risorse” sia teoricamente condivisibile, l’approccio che si sta profilando solleva profonde preoccupazioni e, a nostro avviso, rappresenta un passo indietro per i diritti dei cittadini calabresi.
1. Il Diritto alla Salute e i Tetti di Spesa
Il diritto di ogni cittadino italiano di scegliere liberamente il luogo di cura, garantito dall’articolo 32 della Costituzione, non può e non deve essere limitato da mere logiche contabili e “tetti di spesa”.
La mobilità sanitaria passiva non è una scelta capricciosa, ma l’amara conseguenza di anni di sotto-investimenti, carenza di personale e di macchinari, e di una rete ospedaliera che fatica a garantire standard di eccellenza in molte specialità. Limitare la spesa per la mobilità, senza aver prima innalzato in modo tangibile la qualità e la completezza dell’offerta sanitaria interna, significa semplicemente limitare il diritto alla cura.
Il nodo cruciale: La sfida non è impedire ai cittadini di curarsi altrove, ma creare le condizioni affinché non ne sentano la necessità. L’accordo, nella sua logica di limitazione economica, rischia di intrappolare i pazienti in un sistema inadeguato.
La coerenza: È fondamentale garantire che l’intera classe dirigente regionale, compreso il Presidente, si curi nelle strutture pubbliche calabresi che essa stessa è chiamata a gestire e rifinanziare. Solo così si può comprendere appieno e affrontare con urgenza le criticità del nostro sistema sanitario.
2. Modifica Statutaria: Priorità e Scelte Istituzionali
Riguardo la proposta di modifica dello Statuto regionale per l’aumento di cariche politiche (assessori e sottosegretari), non possiamo esimerci dal chiederci: Qual è la priorità in questo momento storico per la Calabria?
A fronte di una sanità pubblica in crisi strutturale, con il personale medico e infermieristico allo stremo e i cittadini costretti a emigrare per ricevere cure adeguate, destinare energie e risorse istituzionali all’ampliamento della macchina politica appare come un atto antidemocratico e insensibile rispetto alle reali emergenze.
L’adeguamento alla normativa nazionale non può essere una giustificazione sufficiente se questo va contro il principio di austerità e di efficienza che i cittadini si aspetterebbero.
-Appello alla Mobilitazione
Chiediamo ai Consiglieri regionali, sia di maggioranza che di minoranza, di prendere una posizione chiara e netta:
Sulla Sanità: Rifiutare ogni logica di limitazione del diritto alla cura attraverso meri tetti di spesa. Si investa massicciamente sul personale, sulle strutture e sull’abbattimento delle liste d’attesa.
Sullo Statuto: Bloccare la proposta di aumento delle cariche politiche e concentrare l’azione istituzionale unicamente sulla difesa e sul rilancio della sanità pubblica calabrese.
La salute è un diritto, non una variabile economica. I cittadini calabresi meritano strutture all’altezza del resto del Paese.
Rosario Antipasqua

- Tags: calabria, regione, Rosario Antipasqua, sanità


