Ci ha lasciato, dopo una lunga malattia, la donna manager che ha attivato il Terminal Containers MCT del gruppo “Contship Italia” del Porto di Gioia Tauro e di cui ho avuto il privilegio di conoscere sin dal primo giorno del suo arrivo a Gioia Tauro nella sua qualità di amministratore delegato del Medcenter Container Terminal di Gioia Tauro (MCT).
Figura storica della portualità italiana. Era il 15 settembre del 1995 quando assieme accogliemmo l’arrivo nel porto di Gioia Tauro della prima nave container, la “CMBT Concorde”, che attraccò alla banchina di levante, inaugurando così l’attività del porto in funzione di transhipment.
L’utopia di Angelo Ravano, il suo sogno, quel giorno si trasformò in realtà concreta e alla Falqui toccò il compito di realizzarlo operativamente.
A dirigere il terminal era stata chiamata proprio lei, una donna professionalmente capace e competente, forte e determinata nel carattere e con un sorriso disarmante.
Ho sempre avuto ammirazione per questa donna, per la sua capacità di reggere sulle sue spalle il peso di una grande responsabilità in un territorio complesso e difficile da amministrare. Avevamo la stessa età e tra di noi c’è sempre stato, sin dal primo incontro, rispetto reciproco e un sano e corretto rapporto istituzionale finalizzato alla crescita dell’attività portuale e del territorio.
Alloggiava inizialmente a Reggio Calabria per motivi di sicurezza. A volte me la vedevo arrivare di buon mattino al Comune e si presentava con il suo immancabile sorriso davanti alla stanza del Sindaco per un saluto di cortesia istituzionale dicendomi queste testuali parole: “Sono passata per salutare il mio Sindaco”.
Ha saputo gestire bene il terminal container riuscendo, partendo dal nulla — persino in mancanza di una adeguata rete telefonica nell’area portuale ed industriale — ad incrementarlo fino a raggiungere, in pochi anni, traguardi insperati per un porto dell’estremo Sud d’Italia e d’Europa.
Siamo stati entrambi testimoni, assieme ad altri, della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria nel processo contro la ‘ndrangheta di Gioia Tauro, denominato “Operazione Porto”, dove le ‘ndrine di Gioia Tauro rivendicavano un loro presunto diritto di riscuotere una mazzetta di un dollaro e cinquanta centesimi per ogni container scaricato, in cambio della tranquillità e della pace sociale. In tutti quegli anni di reciproca collaborazione con la MCT, dissentii fortemente su un punto importante e cioè sulla loro mancata costituzione di parte civile in quel processo contro la ‘ndrangheta, mentre il Comune di Gioia Tauro lo fece anche per difendere le loro libertà imprenditoriali e d’intrapresa.
In questi ultimi anni, quando appresi della sua grave malattia che l’aveva colpita, riuscii a rintracciare il suo numero di cellulare e mi limitai ad inviarle i miei saluti solo tramite WhatsApp, con l’augurio di una pronta guarigione. Le inviai, successivamente, anche alcune nostre foto scattate durante gli incontri istituzionali e un po’ alla volta anche i miei libri in formato digitale, nel tentativo di distrarla dalla sua malattia. Lei mi ha sempre risposto dicendomi di essere dispiaciuta di non riuscire a leggerli perché, appunto, stava male.
Le foto le ha particolarmente gradite perché, le ricordavano la sua giovinezza e la buona salute. Ho cercato, in quelle poche volte in cui mi sono messo in contatto con lei, di farle coraggio e di incoraggiarla a continuare la sua battaglia per la vita perché era una donna forte.
Adesso lascia un vuoto incolmabile nella sua famiglia, tra le persone che l’hanno conosciuta e rispettata e nel mondo della portualità italiana.
Ciao, dottoressa Falqui. Grazie per tutto ciò che ha fatto e per il suo impegno profuso per far decollare il porto di Gioia Tauro in tempi duri e difficili. Non la scorderemo mai.
Riposi in pace nel cimitero di Staglieno di Genova dove è stata seppellita l’8 dicembre del 2025.
Gioia Tauro, 10 dicembre 2025
Aldo Alessio — già Sindaco di Gioia Tauro



