Serra Club Reggio Calabria:Guardare la politica con gli occhi del Vangelo

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Del ritorno dei cattolici in politica per riportare gli elettori italiani alle urne e non mettere a rischio la nostra fragile democrazia il Club Serra di Reggio Calabria ha organizzato un incontro sul tema “I Cattolici e la Politica vista da Papa Leone XIV”. L’incontro si è svolto giovedì 4 dicembre presso il Seminario Pio XI di Reggio Calabria. A parlare di questo delicatissimo argomento, il Serra, che opera a Reggio dal 2003 a favore delle vocazioni sacerdotali, ha chiamato S. E. mons. Francesco Savino, vescovo di Cassano dello Ionio e Vice Presidente della CEI per l’Italia meridionale, il giornalista e scrittore Domenico Nunnari, il dott Vincenzo Nociti, presidente dell’Hospice di Reggio Calabria, già amministratore comunale e l’on Nino Foti, già deputato al Parlamento italiano. Presente il Governatore del Serra Club Calabria e Sicilia, dott. Roberto Tristano e S. E. mons. Fortunato Morrone, Arcivescovo della diocesi di Reggio Bova. L’incontro è stato moderato dal giornalista Giuseppe Livoti di Video Touring. I lavori sono stati aperti dal presidente del Serra Club di Reggio Calabria, prof.ssa Anna Nucera che ha ringraziato i convenuti, gli ospiti, gli studenti dell’Istituto “Panella “ presenti, i relatori per avere accettato l’invito e il rettore don Simone Gatto per l’ospitalità. S. E. Mons. Francesco Savino, che a causa del maltempo è intervenuto in remoto da Cassano dello Ionico, ha impostato il suo intervento in tre passaggi: 1) Le radici: da Leone XIII a Tommaso Moro, passando per Sturzo e De Gasperi. 2) La politica come missione, non come mestiere. 3) Alcune piste per un impegno cristiano oggi, tra bene comune, libertà e intelligenza artificiale. Nel primo passaggio il presule ha spiegato che Papa Leone IV ha scelto il suo nome  guardando Leone XIII, il Papa che nel 1891, con la Rerum novarum ha aperto la grande stagione della Dottrina sociale della Chiesa. Oggi Leone XIV ci dice che siamo davanti ad una nuova Rerum novarum: la rivoluzione digitale e l’intelligenza artificiale, le disuguaglianze globali, la fragilità delle democrazie, la crisi antropologica. Ecco perché, afferma mons. Savino, abbiamo bisogno di una nuova generazione di cattolici capaci di pensare e di agire dentro la storia, non ai margini. Esattamente sull’esempio di Tommaso Moro, martire della libertà e del primato della coscienza, che visse la politica non come mestiere ma come missione per la crescita della verità e del bene. Don Luigi Sturzo, che dopo la fine del non expedit ha chiamato i cattolici  a uscire dalle sacrestie costituendo il Partito Popolare Italiano, per  portare nel dibattito pubblico i principi della Dottrina sociale. Alcide De Gasperi, servitore dello Stato che ha saputo coniugare fede cristiana, senso delle istituzioni e costruzione civile, economica e morale del Paese. Uomini che hanno fatto dei cattolici protagonisti della vita politica, senza rinunciare né alla fede né alla ragione né al Vangelo né alla Costituzione. La Dottrina sociale, continua il relatore, non è un capitolo chiuso, ma una storia che continua nell’urgenza di leggere la nuova “questione sociale” della rivoluzione digitale e delle disuguaglianze globali. Passando al secondo punto mons. Savino ha ripreso il discorso di Papa Leone fatto a 700 parlamentari di 68 Paesi. In questa udienza, il Papa ha ricordato che la politica è chiamata  a “tutelare il bene della comunità”, a promuovere  la libertà religiosa  e a fronteggiare le sfida della IA, soprattutto per il futuro dei giovani.  Secondo il Santo Padre non è possibile sdoppiare la persona: non esiste da una parte, il politico e, dall’altra, il cristiano, e citando Pio XI definisce l’azione politica la forma più alta della carità. In questa prospettiva la carità diventa carità sociale e politica, quindi, ci spinge ad amare il bene comune, a cercare concretamente il bene di tutte le persone, a cominciare dai più deboli. Il Vice presidente della CEI per l’Italia meridionale conclude la sua brillante ed esaustiva relazione con: “Papa Leone XIV non ci consegna un partito cattolico chiave in mano. Ci offre una visione: La politica come bene comune, illuminata dalla legge naturale e dalla Dottrina sociale, sostenuta tra fede e vita. Chiediamo allo Spirito santo che i cattolici del nostro tempo siano così: non perfetti, ma veri; non irreprensibili, ma liberi; non a compartimenti stagni, ma interi, perché unificati dall’unico desiderio di servire Dio servendo il popolo”. La Santa Messa e la conviviale hanno chiuso l’importante incontro ricco di spunti.

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