Oggi il profumo dell’autunno che danza per le strade della mia graziosa Amato, ha riportato al mio cuore la credenza di Concetta Sorbara.
Nel tempo che fu della mia infanzia, mia nonna Grazia Mamone, nei pomeriggi autunnali, andava a trovare Concetta, io amavo andare con lei e soprattutto ascoltare i loro discorsi, intrisi di saggezza .
Concetta aveva una credenza in stile antico, dove conservava il pane che lei stessa preparava, cotto nel forno a legna.
Allora al borgo natio quasi tutti avevano un forno a legna, dove cuocevano il pane e le pizza, in particolare a “pitta china”.
Ogni volta Concetta mi offriva una fetta di pane, il profumo di quel pane, cancellava come per magia la mia inappetenza.
Era una gioia per me mangiare il pane di Concetta, fresco, gustoso e denso di un profumo indimenticabile.
Ricordo che quando mi rifiutavo di mangiare , mamma diceva: ”Però quando vai da Concetta il pane lo mangi!”
Era autunno, stagione densa di magia: le foglie rosse, gialle, arancione e marrone coloravano la campagna, immergendola in una sorta di magia.
Ai piedi degli alberi le foglie accartocciate, sembravano piccole pergamene, io sognavo ci fossero dei messaggi segreti degli elfi e delle fate.
Era il tempo delle castagne, delle noci, dei fichi , dei loti, dei funghi e dell’uva.
Le strade del borgo erano intrise del profumo delle caldarroste e del mosto.
Era il tempo dei broccoletti che la sera si preparavano “affucati”.
A volte ritornando a casa, incontravamo un venditore di broccoletti e mia nonna, puntualmente li comprava e li cucinava “affucati”, così diceva.
I broccoletti “affucati” erano gustosissimi, ed oggi purtroppo non ritrovo più quel sapore.
Stormi di rondini volavano sulle chiome degli ulivi e i cinguettii degli uccellini erano per me preziose melodie, coì come il chicchirichì dei galli all’alba.
Ricordo che nei pressi della casa di Concetta, c’era un viottolo stretto, dove si trovava una fontanella di acqua sulfurea che al borgo chiamavano:” l’acqua du puzzicedu”.
Io prima di ritornare a casa, amavo bere quell’acqua fresca e per me profumata.
Concetta era una donna infinitamente saggia, ricordo una sua frase :” u mundu è come na padeda, gira e tutto ritorna”.
Si riferiva alle persone cattive, perché la cattiveria ritorna sempre indietro.
Concetta senza saperlo parlava del Karma.
Io ero felice.
Tornando a casa, stringevo la mano di mia nonna, e pensavo che il mondo fosse solo il borgo natio e che il tempo non sarebbe mai passato.
Sarei rimasti lì insieme a mia nonna, ostaggio della magia dell’autunno, sarei rimasta lì a bere l’acqua du puzzicedu e a gustare il pane di Concetta.
Invece il tempo è scappato, come un ladro che dopo aver rubato si dilegua velocemente.
Mia nonna dopo qualche anno è prematuramente morta, lasciato un vuoto, mai colmato nel mio cuore.
Il tempo è passato, sparigliando le carte e distruggendo i sogni.
Qualche anno fa, ho comprato una credenza come quella di Concetta, ma non c’è il profumo del suo pane, né i suoi saggi racconti.
La settimana scorsa ho saputo che Concetta è volata in Cielo, mi piace pensare che si siano incontrate con mia nonna e le immagino sedute in qualche angolino del Paradiso, intente a chiacchiera, come un tempo.
L’autunno nella mia Amato mi fa sognare, il suo profumo è uguale a quello del borgo natio.
L’oro degli alberi strega il mio cuore.
Ritorno a sognare quella bambina che stringeva la mano di sua nonna, che considerava il pane di Concetta una prelibatezza, che sognava inseguendo il volo degli uccelli tra gli ulivi, che parlava alla principessa Selene, agli elfi e alle fate…
Concetta e mia nonna si sono ormai ritrovate, mentre io continuo a ricordare, a sognare e a sperare ancora.
Grazie cara Concetta, ti voglio bene.
Caterina Sorbara

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