La critica sanità vibonese non ha vie d’uscita. Il tempo passa e secondo i cittadini la via privilegiata per gli addetti ai lavori resta l’imperdonabile pratica del percorso di irresponsabilità di chi non ha la capacità di programmare una invocata inversione di rotta. Sale la febbre quando si intuisce che non è possibile stabilire se la critica situazione possa conoscere qualche sbocco positivo nell’immediato, medio o lungo termine. Per “Ali di Vibonesità “ forse è arrivato il momento in cui a porsi l’inquietante quesito debbano essere, inevitabilmente, la Conferenza dei Sindaci, la Commissione straordinaria dell’Asp e l’Ordine dei Medici per i loro competenti ruoli. Salvatore Fortunato Giordano, Gianfranco Tomao ed Enzo Natale non possono ignorare che il “salva Vibo” è il documento che invocano a gran voce i cittadini e che Roberto Occhiuto continua a negare. Preso atto che si sono sempre abbandonati ad inefficaci progetti perditempo, “Ali di Vibonesità” si chiede perchè Conferenza, Commissione e Ordine non riuniscono un congiunto tavolo di discussione con al centro una seria riflessione sul drammatico momento ? Urge una proposta utile a frenare la morsa della cattiva sanità per Vibo Valentia e dintorni. In questa direzione c’è chi sostiene che occorre aiutarli a comprendere, per andare oltre la preoccupante condizione odierna, che bisogna cambiare pagina e rendersi conto che dietro l’angolo, anche a breve scadenza, potrebbe farsi strada un imprevedibile calo delle spesa del sistema del servizio sanitario nazionale. Le prospettive sulla preoccupante situazione della cassa del sistema sanitario nazionale non brilla e non garantisce il futuro per cui non è escluso che anche l’orizzonte sanitario calabrese possa tingersi presto di nero. Il Comitato ristretto, la stessa Conferenza dei sindaci, l’Ordine aprano gli occhi. Non possono adagiarsi sulle prospettive odierne, non nascondendo che ricorrere alla consegna al Prefetto della fascia tricolore di primi cittadini resta una delle armi più efficaci. La Commissione straordinaria di Palazzo ex Inam con le valigie dietro la porta, per la non distante scadenza dal mandato, deve approfittare di questo breve lasso di tempo per confezionare una proposta che aiutino servizio ospedaliero e medicina territoriale a sperare in un recupero, almeno della “normalità” della situazione. Dia risposte e non si nasconda dietro il silenzio alla tenace spinta delle Associazioni, e tra questi il Forum del Terzo del Csv, che continua a non demordere nella lotta alla indifferenza. Ne può rimanere indietro l’Ordine dei Medici, presieduto da Enzo Natale, che non solo deve difendere il dott. Alberto Ventrice per quanto conseguentemente, avvenuto all’ospedale di Tropea, quanto deve allertare le proprie file per fare fronte unito e rispondere adeguatamente alle chiacchiere messe in giro dall’Azienda su concorsi, reclutamento, impiego e disponibilità di professionisti. Il grande e appassionato lavoro delle operatori della sanità non può essere ignorato e non responsabilmente valutato in tutta la sua emergenza e disponibilità. Per “Ali di Vibonesità” s’impone un nuovo modo di conoscere, valutare e conseguentemente agire su disagi, disservizi, carenza di organico e difficoltà organizzative. Visto che il Presidente Roberto Occhiuto non vuol saperne il Comitato ristretto della Conferenza dei Sindaci, Commissari straordinari dell’Asp e Ordine dei Medici si rimbocchino le maniche, e senza disperdere quanto intelligentemente raccolto attraverso gli effetti sortiti dall’ iniziativa attivata dal Prefetto Anna Aurora Colosimo, costituiscano un team di lavoro compiendo un organizzato sopralluogo all’Ospedale “G. Jazzolino” e nelle strutture che ospitano servizi sul territorio per rendersi conto de visu della condizione in cui versa la sanità vibonese e valutare la possibilità di presentare al Signor Presidente della Regione un concreto progetto adeguato alle esigenze e che rispondono alle proteste della gente. Basta con gli Esposito di turno al servizio di chi gestisce il potere a modo suo. Per “Ali di Vibonesità” i cittadini hanno preso da tempo le distanze dalle chiacchiere politiche e da chi tenta di proporre soluzioni attraverso i numeri. E’ un linguaggio non più comprensibile. Il 2026 si prospetta come un anno di intense battaglie per il diritto alla salute del cittadino vibonese.

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