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Dopo l’inaugurazione di Villa Repaci, la storica dimora appartenuta allo scrittore e intellettuale Leonida Repaci e a sua moglie Albertina, restituita alla collettività grazie al progetto “La Raffica”; abbiamo intervistato l’artista gioiese di fama internazionale Carmelo Raco, che ha realizzato una meravigliosa opera che rappresenta il grande Leonida Repaci mentre scrive.
Un’opera meravigliosa ricca di particolari realistici che ha emozionato e incantato tutti.
1)Arch. Raco come nasce quest’opera?
Era il 20 gennaio del 2024 quando sono partito per Roma, per recarmi presso la fonderia Domus Dei, a realizzare la statua in resina e fibra di vetro colorata al naturale, raffigurante lo scrittore di fama nazionale Leonida Repaci, commissionatomi dall’associazione Prometeus.
2)Ci racconta le fasi della sua realizzazione?
La modellazione in argilla è durata 15 giorni, esattamente 83 ore di attento lavoro, iniziando con la realizzazione di un modellino in scala, sulla scorta dei disegni preparatori, già eseguiti, per poter comporre la struttura in metallo in misura reale, portante la creta da modellare.
Dopo su di questa, ho iniziato a plasmare le masse incominciando, cosa particolare, dal piede sinistro della scultura, ossia dal basso, praticamente al contrario di come si dovrebbe fare, iniziando dall’alto, la testa.
Piano piano con l’aiuto delle foto del soggetto che lo ritraevano, ho ricostruito tutta la forma compositiva anatomica, abbozzando e rifinendo l’immagine contemporaneamente fino alla testa, con la sua rassomiglianza di quel periodo della sua vita, ottantenne, con barba e capelli lunghi all’indietro bianchi.
Finito questa fase di modellazione la fonderia è intervenuta con il suo tecnico che ha calcato in resina e fibra di vetro il manufatto in argilla, rifinendolo con saldature stuccature e levigatura atte queste alla disposizione finale ovvero quella dell’applicazione del colore sul corpo.
A questo punto mi è stata consegnata e sono intervenuto di nuovo e con colori acrilici, a pennello, ho dipinto tutto il modello, rifacendo i colori degli abiti che indossava quel giorno delle foto che ho ricercato. Correva l’anno 1982.
Il secondo passaggio coloristico particolare e più’ impegnativo è stato quello di dare il colore al carnato, le mani e il viso con effetti delicati cangianti e le scarpe con altri di usura sulla tomaia in direzione delle dita, tutto questo per renderlo più aderente alla realtà, in fondo si trattava di riportare un personaggio importante, più reale possibile, tanto da renderlo contemporaneo.
3) Qual è stata la parte più difficile?
La parte più difficile della modellazione è stata, oltre alla postura seduta e alle proporzioni di un corpo senile esile alto circa 176 cm, il panneggio, un vero rompicapo, formato delle pieghe della sahariana, stretta alla vita dalla cintura e le pieghe che facevano i pantaloni piegati ad angolo retto, la psicologia del personaggio, elemento principe di vitalità, che in quel momento veniva ripreso nel massimo della sua concentrazione, mentre scriveva una sua storia, che doveva trasparire nel viso e far scoprire la sua anima, quindi un segno importantissimo su cui doveva stare su tutto il castello del tema dell’opera, ossia l’intelletto in azione che caratterizzava l’essenza magistrale letteraria di Leonida.
4) Quando è stata consegnata?
E’ stata consegnata a fine marzo, dopo due mesi di lavoro.
Sono orgoglioso di questa mia creatura a cui ho trasferito il mio cuore e la mia anima.
Caterina Sorbara
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