Una città indignata, arrabbiata, colpita al “cuore” ancora una volta e per i cittadini che non “gioiscono” di aver perso nuovamente la propria dignità di nicoteresi oltre alla rabbia rimane la voglia di combattere affinchè venga restituito decoro alla parte onesta, sana e pulita della comunità piantando i semi per un futuro migliore del presente.
“Uno scioglimento inaspettato ed inopportuno – afferma Antonio Montuoro – che dimostra da una parte il fallimento degli amministratori, ma dall’altra dello Stato che “partorisce” leggi che non hanno nessuna efficacia sul territorio e che creano disorientamento nei cittadini allontanandoli e disaffezionandoli dagli Enti Locali, “pezzi” dello Stato, unitamente al Sindaco e all’amministrazione comunale eletta.
Io contesto la legge sullo scioglimento dei Comuni perché la ritengo una legge amministrativa di tipo politico. Un Comune sciolto a seguito di una relazione prefettizia, seppur decretato dal Consiglio dei Ministri, è un provvedimento amministrativo e non penale. Per cui sciogliere un Comune per “mafia” è un’enfasi più mediatica che reale. Dei due scioglimenti precedenti, oltre a quanto subito dai malcapitati amministratori e all’onta subita da noi onesti cittadini, non ho visto nessun provvedimento contro quei mafiosi che hanno inquinato e condizionato l’Ente comunale. Questo significa che la legge è una presa in giro, che è una legge solo politica. Un’amministrazione comunale eletta è composta da cittadini che, per l’elettiva carica, si vestono di autorità istituzionale, ricoprendo e rappresentando dal momento dell’elezione, un pezzo dello Stato, quale è il Comune, per come previsto nella Carta costituzionale.
Lo Stato scioglie un pezzo di sé. L’onta è e deve essere solo per quei rappresentanti dello Stato che vengono sciolti, sindaco, assessori, consiglieri, ecc. e non per i cittadini che hanno votato una lista di candidati ammessi a poter competere.
Non ricada l’onta sui cittadini, ma solo sugli Enti dello Stato, di questo Stato, che “ha sciolto” un pezzo di sé. Ancora una volta si evidenzia il fallimento del sistema di approccio delle Prefetture pronte a “saltare addosso” a quelle amministrazioni elette in territori a rischio. Prefetture che a mio avviso, dovrebbero accompagnare le amministrazioni locali, specie in un territorio a rischio infiltrazione mafiosa, ancor più se con precedenti scioglimenti. Affermo di essere decisamente convinto che una Prefettura che non prevede una propedeutica assistenza, dimostra una carenza organizzativa, perché non si può essere solo repressivi e punitivi in uno Stato democratico. Seppur le premesse e i fatti oggettivi lo dimostreranno nel decreto di scioglimento che attendiamo di leggere, dico che gli amministratori, specie se giovani e ancor più se alla prima esperienza amministrativa, devono essere tutelati e accompagnati, con incontri e riunioni esplicative, magari mandando funzionari prefettizi, in grado di indirizzare e guidare i “giovani eroi” quali sono gli assessori, i consiglieri e il sindaco delle nostre martoriate città i quali, si candidano in un contesto sempre più difficile e disaffezionato. Sciogliendo, sciogliendo, finirà che nessun altro cittadino sarà più disponibile e sereno per candidarsi, lasciando la città sempre più in preda ad avventurieri ed inadatti.
Le Prefetture e le Procure, non sono santuari intoccabili, spesso percepiti e visti come apparati pronti a “saltare addosso” al cittadino che in vero è il “Popolo Sovrano”, da tutelare, proteggere e sostenere dandogli dignità, specie quando si riunisce in comitati, associazioni ecc, e ancor più se presentano denunce su problemi sociali, quali inquinamento del mare, ecc., con manifestazioni e proteste civili dove alla fine scaturiscono esposti e denunce firmate. Brucia sentirsi dire che c’è omertà quando invece si denuncia. E brucia ancor più quando vediamo che certa Magistratura non dà corso alle denunce dei cittadini. Sono decenni che i cittadini di Nicotera e dintorni, presentano denunce sull’inquinamento del mare e la risposta fino ad oggi è stata zero assoluto. E sappiamo che dietro il problema delle acque ci sta il male affare della mafia, per cui aver lasciato in questi decenni le denunce in un cassetto, è colpevole indifferenza.
Sulla Magistratura e sulle Prefetture è chiaro che la stima e la credibilità rimangono sempre al massimo, ma non dobbiamo nemmeno essere ipocriti o “lecchini” pensando che certi santuari debbano rimanere intoccabili, allorquando invece le cronache, purtroppo, ci raccontano di provvedimenti ed inchieste contro funzionari dello Stato operanti nelle Procure, nelle Prefetture, nelle Questure, nei Ministeri, ecc.
Una voce onesta e libera, ma autorevole, è quella del Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri che, con molta onestà intellettuale, sta puntando il dito proprio su quei funzionari dello Stato che, nell’esercizio della loro funzione, dimostrano spesso di non essere fedeli servitori. Anche la tiepidezza è un segno di colpevole indifferenza”.
“Credo che lo scioglimento – dichiara Francesco Fabbricatore –, rappresenti una sconfitta per la comunità. Nicotera per la terza volta subisce la decisione “miope” di un governo nazionale della cosa pubblica che da una parte umilia la comunità senza possibilità di appello, dall’altra lascia tragicamente sola una città che avrebbe bisogno di ben altro che tristi funzionari ministeriali che periodicamente vengono a “firmare” delle carte”.
“Purtroppo chiudiamo il 2016 in modo disastroso – afferma Salvatore Pagano del movimento “14 luglio” – e non solo perchè le problematiche che affliggono il nostro paese non sembrano terminare. Sembrava che le dimissione del sindaco potessero evitare l’ennesimo scioglimento, ma anche questa volta purtroppo è arrivata la firma e non posso che essere dispiaciuto per la situazione in cui veniamo a trovarci. Non mi sento di colpevolizzare nessuno. Chiedo ai paesani di mettere da parte rancori, invidie e orgoglio ed unirsi per far capire allo Stato che Nicotera vuole rialzarsi, combattere e difendere i propri diritti ed il proprio futuro”.