Sabato e domenica gazebo in piazza Municipio e nel Parco urbano. Scatta la “Settimana nazionale del pronto soccorso” organizzata dalla Società italiana della medicina dell’emergenza-urgenza (Simeu) in collaborazione con “Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato”. Obiettivo: affrontare tematiche di <organizzazione ed efficientamento delle strutture dell’emergenza-urgenza a tutela del sistema>. A coordinare il tutto ci sono Enzo Natale, presidente Cdn Simeu, e Tonino Aceti, responsabile nazionale del Tdm-Cittaddinanzattiva. Tutto ruoterà attorno al tema dell’iperafflusso dei pazienti al pronto soccorso prima e nei reparti dopo.
Situazioni spesso insostenibili e inaccettabili. Per dare un’idea di quanto accade negli ospedali calabresi, il dottor Natale, da sempre impegnato in attività di miglioramento dei servizi, offre il quadro di quanto è avvenuto in dieci pronto soccorso hub e spoke della Calabria lo scorso 12 marzo. In 24 ore si sono registrati 939 accessi, mentre alle 14 del 13 marzo i pazienti presenti erano 298. Complessivamente nel 2016 ci sono stati 354.417 accessi. Superata la fase del pronto soccorso, scatta l’attesa per il posto letto che può durare 12 ore, ma anche più giorni. Almeno 3000 pazienti ogni dì aspettano di essere ricoverati accettando qualsiasi sistemazione. Magari sulla barella in sala visite o nei corridoi. Inevitabili l’allarme della Simeu e la Settimana del pronto soccorso.
<La Simeu – afferma Enzo Natale – da anni impegnata nella definizione di modelli organizzativi-strutturali per migliorare l’efficienza del sistema dell’emergenza, ha già elaborato una proposta dettagliata per affrontare la situazione. Ora torniamo a sollecitare un intervento congiunto per la salvaguardia del sistema sanitario regionale». In campo anche Tonino Aceti. < Il pronto soccorso è l’unico presidio del servizio sanitario nazionale attivo h24 e sette giorni su sette, sempre pronto a rispondere al bisogno di salute della collettività. E’ la porta di ingresso dell’ospedale, la sua cerniera con il territorio, quindi va sostenuto, rafforzato e migliorato garantendo in tutti i pronto soccorso l’Osservazione breve intensiva (Obi), con posti letto dedicati, ad oggi non attiva in molte realtà>.