Il Papa ha annunciato la creazione di cinque nuovi cardinali dopo che lo scorso autunno ne erano stati nominati ben diciasette. Salgono così a 121 i componenti del colleggio cardinalizio.
Nella composizione svetta sempre l’Europa con 52 cardinali. Seguono le Americhe con 34, l’Australasia con 19 e l’Africa con 15. A livello di nazioni la rappresentanza più cospicua è sempre quella italiana con 21 cardinali. Seguono Francia con 5 cardinali e poi Polonia, India, Brasile, Spagna e Messico con 4 cardinali ciascuno.
Per quanto riguarda le nuove designazioni la prima viene dal Nord Europa con il primo cardinale svedese dal tempo della Riforma luterana. Trattasi di mons. Anders Arborelius, vescovo di Stoccolma, Convertitosi al cattolicesimo all’età di vent’anni.
Il secondo nuovo cardinale è un altro europeo, mons. Juan José Omella, arcivescovo di Barcellona alla guida della diocesi catalana da poco più di un anno.
Il terzo nuovo cardinale proviene invece dall’Asia. Si tratta di mons. Louis-Marie Ling Mangkhanekhoun, vicario apostolico di Paksé.
Viene invece dal “continente nero” il quarto prescelto, mons. Jean Zerbo, arcivescovo di Bamako, capitale del Mali da ben diciannove anni, uno dei protagonisti del processo di riconciliazione nel paese piegato da conflitti bellici e sociali durati anni.
Il quinto nuovo cardinale è appannaggio delle Americhe e proviene dal piccolo stato di El Salvador: Mons. Gregorio Rosa Chàvez, vescovo ausiliare dell’arcidiocesi di San Salvador, e presidente della Caritas per l’America Latina e i Caraibi.
Insomma un colleggio cardinalizio sempre più “globalizzato” anche in considerazione del peso che le realtà extraeuropee hanno ormai sul numero complessivo dei cattolici presenti in tutto il mondo.
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