“Una chiesa lieta di testimoniare il Vangelo – L’acqua viva che zampilla per la vita eterna”. E’ questo il titolo scelto dal vescovo di Mileto – Nicotera – Tropea per la sua nuova lettera pastorale.
Nel Primo capitolo – “Guardando alla Chiesa che sogniamo – il presule ha innanzitutto ringraziato “per i preziosi e saggi contributi e consigli forniti, in stile sinodale e con l’apporto delle singole Vicarie, che sono confluiti per arricchire questo Instrumentum laboris, che ci accompagnerà nel nostro lavoro di riflessione, di confronto e di scelte pastorali comuni, guardando avanti al cammino che la nostra Chiesa diocesana si accinge a percorrere nei prossimi anni”.
“La sfida che il Sinodo ci lancia – ha continuato mons. Renzo – è di metterci “gioiosamente” al servizio del Vangelo e del mondo realizzando una nuova immagine di Chiesa missionaria, o se si preferisce “in uscita”, in modo che fedeli e pastori ci mettiamo insieme a cercare la volontà di Dio sforzandosi di riuscire a diventare il “lievito” forte che fa crescere la pasta, lasciandoci stanare tutti da ogni forma di quieto vivere, o, peggio, di autoreferenzialità, distruttivi del “camminare insieme” nella linea del Vangelo”.
“In sintonia col S. Padre, che al Convegno ecclesiale di Firenze ci ha detto “Desidero una Chiesa lieta col volto di mamma” e che in più occasioni ha sollecitato ad approfondire la sua Esortazione Apostolica “Evangelii gaudium“, – si legge ancora in questa prima parte – dopo un primo confronto con i miei più stretti collaboratori e con la Segreteria, abbiamo convenuto di scegliere come tema del Sinodo: “Una Chiesa ‘lieta’ di testimoniare il Vangelo”, proprio partendo da quanto scrive il Papa in questa stessa esortazione: “La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberi dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia”.
“Siccome oggi l’annuncio del Vangelo non è un fatto pacifico e scontato che può essere svolto con una “pastorale di routine”, con cerimonie, pie esortazioni e gesti cultuali, – si legge ancora nel testo occorre, per usare ancora una volta la terminologia del Papa, “una conversione pastorale e missionaria che non può lasciare le cose come stanno” (EG, n. 43). Probabilmente si richiederà una riforma delle strutture ecclesiali, senza escludere la tipologia delle parrocchie, perché diventino “tutte più missionarie”; si tratterà di rompere certe consuetudini passate che non sono più utili e funzionali alla “edificazione del regno di Dio”. Alla nostra Chiesa si chiede di non avere paura di osare di più, di non stare sulla difensiva, di uscire da sè e andare incontro a tutti accorciando le distanze; accompagnando con pazienza l’umanità in tutte le sue ferite ed in tutti i suoi processi evolutivi. I cristiani, cioè, siamo chiamati a “recuperare la freschezza originale del Vangelo” per aprire “nuove strade, metodi creativi, altre forme di espressioni, segni più eloquenti, parole cariche di rinnovato significato per il mondo attuale” senza lasciarci imbrigliare ed imprigionare dentro “schemi noiosi”, vecchi e privi degli stimoli nuovi tipicamente evangelici”.
Il Sinodo Diocesano vuole essere il “tempo favorevole” per ideare e sognare un volto di Chiesa “a misura di Vangelo” per ridarle ossigeno in vista di una nuova primavera.
Nella seconda parte – intitolata “Lo strumento del lavoro sinodale” – il vescovo annuncia che “sono previste 3 assemblee diocesane in giorno di domenica nei mesi di dicembre-febbraio / marzo-giugno per valutare insieme il cammino sinodale in fieri. Per il I anno, le date delle Assemblee diocesane sono così stabilite: 10 dicembre 2017 – 25 febbraio 2018 – 10 giugno 2018. Nell’Anno celebrativo conclusivo – il 2019 – opereranno i “Membri Sinodali” scelti di ufficio e delegati dalle Parrocchie (in totale intorno a 350 membri, scelti in base al Regolamento allegato all’Instrumentum laboris). Loro compito sarà di definire ed approvare le Deliberazioni assunte dalle Assemblee zonali e diocesane dei primi due anni, in vista della pubblicazione del Libro del Sinodo (gli atti operativi del Sinodo). Durante l’anno sono previste, secondo un calendario da fissare successivamente, almeno tre Assemblee Generali, proprio per mettere insieme e definire anche nella forma le Delibere sinodali che dovranno essere votate ed approvate.
Nella terza parte – denominata “Instrumentum laboris” – vengono poste sul tappeto tutte le varie questioni che possono servire al rilancio dello sforzo pastorale: ad esempio “la ristrutturazione delle parrocchie “minute” dato che “133 parrocchie per 150 mila abitanti sono eccessive e rendono la pastorale poco incisiva nel formare personalità cristiane capaci di testimoniare uno stile di vita evangelico”; il come far diventare veramente “gli organismi di partecipazione ecclesiale a vario livello, espressione di comunione e laboratori di una pastorale unitaria ed integrata”; “Come aiutare le situazioni difficili? Quale atteggiamento nei confronti delle coppie di fatto, dei divorziati anche alla luce dell’ Amoris Laetitia di Papa Francesco”; “come riproporre “la famiglia come “scuola di umanità” dove il soggetto umano fa esperienza affettiva e morale basilare e dove sperimenta e matura i valori umani e cristiani autentici”; se sia attuabile “una scuola diocesana di formazione al volontariato sociale”; solo per citarne alcuni.
Nelle pagine conclusive della lettera pastorale troviamo infine il regolamento del sinodo e una Lectio sulla Samaritana (Gv 4,1-42) del biblista Don Serafino Parisi, la preghiera e l’inno per il Sinodo Diocesano.
Mons. Renzo – lo ricordiamo – ha frequentato il seminario arcivescovile di Rossanoe, successivamente, il Pontificio seminario regionale San Pio X di Catanzaro. Si è laureato in teologia alla Pontificia università lateranense ed in pedagogia all’Università di Urbino. È stato ordinato sacerdote per l’arcidiocesi di Rossano-Cariati l’8 agosto 1971. Dopo aver ricoperto diversi incarichi: rettore del Seminario minore arcivescovile di Rossano e vicario episcopale per la pastorale (1981); direttore dell’Ufficio regionale per i beni culturali ecclesiastici (1996); parroco della cattedrale di Rossano (1999); è stato nominato Vescovo di mileto – Nicotera – Tropea il 28 giugno 2007. Si è occupato di studi di storia e cultura locale ed ha vinto vari premi letterari per la poesia e la saggistica. Numerose sono le sue pubblicazioni. Collabora con la Gazzetta del Sud ed altri periodici. Il 20 novembre 1991 è stato nominato cappellano di Sua Santità.
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