Il nuovo ministro dell’Interno Marco Minniti, è volato a Tripoli per concordare un nuovo accordo che dovrebbe segnare una svolta nelle relazioni italo-libiche. Il succo di questo accordo, prevede aiuti da parte del governo di Roma – non solo soldi ma anche mezzi e momenti di formazione per le inesperte forze di sicurezza libiche – mentre Tripoli si impegna a contrastare con più efficacia tutti i traffici illeciti che negli ultimi anni hanno avuto qui una forte espansione.
L’accordo Minniti- al-Serraj (permier libico) è sponsorizzato dalle Nazioni Unite ed è stato accompagnato dalla riapertura della nostra ambasciata a Tripoli, sede diplomatica affidata alle cure dell’ambasciatore Giuseppe Perrone, uno dei migliori conoscitori della regione. L’accordo punta innazitutto alla stabilizzazione della Libia e al pieno sostegno al nuovo corso intrapreso dal nuovo governo di Tripoli nella consapevolezza che tale processo può addivenire a compimento solo favorendo la crescita economica e sociale dell’area.
Ma l’accordo punta anche al contrasto alla lotta all’immigrazione clandestina sopratutto dichiarando guerra agli scafisti. Una cosa fattibile se pensiamo a quello che fecero anni fa i nostri bravissimi 007 in Albania. Ma i problemi non vengono solo dal mare. Il confine sud della Libia, quello con il Ciad e l’Algeria, continua ad essere permeabile anche ad infiltrazioni jihadisti e Roma, promette aiuti anche su questo fronte.
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