La stagione dei commissari è finita. I cittadini avranno tempo sino alle 23 per votare e decidere chi sarà il sindaco e chi entrerà a far parte del consiglio comunale. Poi, domani, a partire dalle 14, comincerà lo spoglio delle schede e in serata si saprà chi sarà, martedì mattina, a mettersi alla guida della macchina amministrativa. Dopo trenta mesi, la città torna ad avere organi democraticamente eletti e l’auspicio della collettività è che tutti i nuovi amministratori possano lavorare, ognuno nel rispetto del proprio ruolo, per ridare al territorio l’immagine positiva dei suoi tempi migliori. Possano lavorare, soprattutto, nella massima correttezza e nel pieno rispetto della legalità per far sì che nessuna triade commissariale abbia mai più a salire le scale di palazzo Convento, sede municipale. Chi entrerà nella stanza dei bottoni avrà parecchio da fare. I problemi sono tanti e ci vorrà una buona dose di pazienza per analizzare la situazione e valutare il da farsi. Gli aspiranti sindaci e consiglieri sanno che nelle stanze del Palazzo troveranno tante spine perché con la gestione commissariale son fiorite poche rose. Le “rogne” lasciate dall’ultima amministrazione sciolta per condizionamenti mafiosi non hanno fatto un passo avanti. Nessun problema risolto, nessun progetto avviato; di sicuro, qualche guaio rispetto al passato.
In sostanza, negli ultimi 14 anni, per quasi otto hanno amministrato i commissari. Il Comune, tuttavia, si ritrova con un buco di oltre otto milioni di euro dovuto al mancato versamento dei tributi da parte della Sogefil e creatosi soprattutto tra l’agosto del 2005 e l’ottobre del 2012. Un settennio durante il quale per poco più di due anni ha amministrato un sindaco e per tutto il resto due terne commissariali. Le conseguenze dei mancati introiti sono alla base di un mutuo trentennale contratto dall’Ente con la Cassa depositi e prestiti per fronteggiare le richieste dei creditori, nonché del dissesto finanziario dichiarato dall’ultima triade senza che, probabilmente, ce ne fosse bisogno. Chi andrà ad amministrare dovrà fare i conti, oltre che con le difficoltà di bilancio, con le carenze d’organico e con con altre patate bollenti che i rappresentanti dello Stato non sono riusciti o non hanno manco provato a pelare. In testa all’elenco dei “guai” ci sono l’inspiegabile mancato avvio della differenziata, il Piano strutturale abbandonato in mezzo al guado, il Piano spiaggia mai arrivato al traguardo, la riattivazione del cimitero e la modifica dell’orario delle visite praticamente ridotte al lumicino, la viabilità, i trasporti, la realizzazione di un pozzo che in trenta mesi non si è riusciti a fare. Ma la nuova Giunta sbatterà frontalmente anche con altre due questioni che troverà in eredità: la gestione dei danni alluvionali, che potrebbe costringere il Comune a farsi carico di somme imponenti, e la gestione dei beni confiscati la cui utilizzazione sta suscitando parecchie perplessità.
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