Dopo i vari proclami governativi i Dpcm e i miliardi a pioggia annunciati in aiuto a tutti, è il caso di dire “non piove, governo ladro”. Il grido di dolore continua ad alzarsi da ogni dove per i mancati contributi ed aiuti, anche il minimo aiuto dei 600 euro, che la burocrazia e le furbate del decreto non concedono ai lavoratori stagionali per clausole e cavilli vari.
L’Accademia Internazionale della Dieta Mediterranea Italiana di Riferimento e l’Odmir-Osservatorio regionale calabrese della Dieta Mediterranea si schierano a favore dei lavoratori del comparto del turismo e del commercio che fanno parte di ristoranti, bar, pub, villaggi turisti e strutture alberghiere che stanno patendo maggiormente la crisi del Coronaviur e della mancata programmazione seria e concreta di aiuti economici e di atti normativi chiari, per l’intero comparto. Il presidente dell’Accademia, Antonio Leonardo Montuoro, ricorda che il turismo, i beni culturali, le tradizioni popolari, l’enogastronomia, il paesaggio, l’arte, la cultura e l’attività fisica, con le relative passeggiate all’aria aperta, fanno parte dello Stile di Vita Mediterraneo che l’Unesco, nel 2010, ha riconosciuto nella dieta mediterranea un importante e fondamentale patrimonio immateriale dell’umanità e non può esserci il riconoscimento se al centro non mettiamo i lavoratori dei vari comparti suddetti. Per cui è un fatto di cultura e di stile di vita, quello di riconoscere l’intero comparto come un corpo unico con diverse braccia e gambe, ma che insieme fanno la storia civile, umana e culturale dell’Italia.
L’Accademia, si affianca al grido di dolore dei lavoratori stagionali e di tutti i precari e gli irregolari affinchè il governo Conte si attivi a dare risposte e a fomentare rivolte e provocazioni per la mancata attuazione dei decreti emergenziali. L’Accademia prende atto anche del recente grido di allarme univoco quello che arriva da oltre 200 gestori indipendenti di hotel e villaggi di tutta Italia e da più di 20 società che gestiscono dalle sei alle 15 strutture ricettive, tra cui Garibaldi Hotels, Buone Vacanze, Allegroitalia, Futura Gestioni, Apulia Hotels, GreenBlu, Class Hotel e molti altri che hanno manifestato in questi giorni al ministro Franceschini la loro preoccupazione.
Gli stagionali sono pronti alla rivolta e si stanno organizzando in associazione e sui social. Ciro Ab Kabil, un ragazzo nord africano di 25 anni da molti anni in Italia, è uno di loro e ha scritto alla nostra redazione, dopo aver fatto il giro delle cosiddette sette chiese, ma tutto inutile: è rimasto ad oggi inascoltato.
Scrivo per conto del mio gruppo/associazione appena nata RIVOLTA DEGLI STAGIONALI, lavoro nel campo del turismo oramai da 8 anni. Noi lavoratori del turismo – denuncia Ciro – siamo lasciati a noi stessi da sempre, facciamo orario continuato nelle strutture dove lavoriamo e non abbiamo, la maggioranza di noi, un contratto che rispetti i nostri diritti. Dato che molti datori di lavoro ci assumono part-time 4 ore, ma poi ci fanno lavorare 8 ore senza riconoscerci il salario aggiuntivo, mentre chi è a tempo pieno di 8 ore, lo fanno lavorare 13 ed anche più ore senza tutele.
Ma ad oggi voglio lasciare questi problemi alle spalle – prosegue Ciro – perché a causa del Covid 19 non abbiamo neanche il posto di lavoro assicurato. Non solo sfruttati ma ora anche senza lavoro. Scrivo a voi come ho scritto al Presidente del consiglio Giuseppe Conte e a tutti gli politici italiani. Ho scritto sempre sotto nome di tutti i stagionali del turismo inviando denuncia anche a molte testate giornalistiche e a Striscia la Notizia. Dopo varie lamentale e con le famiglie al collasso, l’onorevole ministro del lavoro, Nunzia Catalfo, ci ha detto che stanno lavorando per noi. Ma io ad oggi vado tante parole e pochi fatti. In base al nostro contratto ci hanno distinti in due categorie, hanno deciso loro per noi decretando che non apparteniamo al settore turismo . Noi siamo cuochi, camerieri, baristi, camerieri ai piani , fotografi stagionali , cassiere, receptionist, addetti alle lavanderie degli alberghi, villaggi, ristoranti, ecc. Come si fa a dire che non siamo categorie appartenenti anche al turismo.
Lo Stato italiano – afferma sconfortato Ciro – non deve fare distinzione tra contratti a tempo determinato e contratti stagionali, doveva aiutare tutte le famiglie in difficoltà e non trovare il pelo nel l’uovo per farci fuori. Difatti noi stagionali siamo esclusi dal decreto Conte e per l’INPS, siamo degli esclusi dagli aiuti. Vogliamo delle risposte da parte del ministro del turismo Frasnceschini, dato che molti hanno saltato la stagione per questo maledetto virus .
Vogliamo ricordare al governo che con un maledetto click ha fatto fuori dal decreto cura Italia 900,000 lavoratori del turismo mettendo sul lastrico le proprie famiglie. Vogliamo ricordare al presidente del consiglio, Giuseppe Conte, le sue parole: “Non vi lasceremo soli”. Vogliamo ricordare all’onorevole Matteo Salvini che ha menzionato solo le aziende e le attività del turismo, ma non ha menzionato noi stagionali, dimenticandosi di fatto di questa grande e fondamentale fascia di lavoratori.
Vorrei ricordare al presidente e a tutti gli politici che siamo a fine maggio 2020 e molte persone non hanno ricevuto nessun aiuto del cura Italia e né la casa integrazione. Il nostro gruppo – conclude Ciro – è nato pacificamente e finirà il suo lavoro pacificamente. Per ora non abbiamo ancora intenzione di scendere in piazza e né di manifestare a Roma davanti al Parlamento, ma se i nostri diritti non saranno rispettati, saremmo tutti li ad incatenarci e fare lo sciopero della fame.