Il magliocco – apprendiamo dal sito www.euvite.it – è un vitigno a maturazione tardiva (nella prima-seconda decade di ottobre) in via di abbandono ma oggi in fase di rivalutazione. Vanta origini antiche, il primo riferimento storico risale alla fine del 1500. Alla fine del 1800 si deve la massima concentrazione della sua coltivazione nelle province di Cosenza e Catanzaro, dove era più importante del Gaglioppo. Attualmente si trova frammisto ad altre varietà locali nei vecchi vigneti delle province di Crotone e Catanzaro, mentre nel Cosentino è anche coltivato in purezza. Il grappolo a maturità ha dimensioni medie o medio-piccole, è piuttosto lungo, di forma conica, in genere compatto e peduncolo tra il corto e il molto corto, di colore verde. L’acino è medio ed ellissoidale corto. La buccia è molto spessa, ben pruinosa, di colore blu-nero. La polpa ha scarsa consistenza ed ha sapore gradevole quando è ben matura. Il Magliocco dolce si adatta a forme di allevamento poco espanse come l’alberello. Si adatta bene ai climi siccitosi e caldi, è un vitigno rustico che non presenta particolari sensibilità alle avversità. Il vino tratto dalla qualità di queste uve presenta colore rosso rubino intenso. Ha una buona alcolicità, è armonico e morbido con profumi di frutta rossa matura con note speziate. L’elevato tenore di polifenoli lo rende adatto all’invecchiamento.
Un vitigno di qualità, per tutelare il quale adesso – lo si apprende da una nota ANSA – “è nata a Cosenza l”Accademia del Magliocco”, un’associazione nata con il preciso intento di promuovere la cultura, la diffusione e la valorizzazione dei vini prodotti dalle uve dei vitigni autoctoni calabresi, con particolare attenzione appunto per il vitigno omonimo radicato sul territorio delle Terre di Cosenza Dop e Savuto Dop”.
A dare vita al sodalizio, in qualità di soci fondatori, 16 professionisti che ruotano attorno al settore vitivinicolo, della comunicazione enogastronomica, della promozione territoriale, della ristorazione, dell’imprenditoriale e della cultura che hanno eletto come loro presidente, Anna Sacco, funzionario pubblico, esperta in processi di internazionalizzazione e di sviluppo del territorio con 15 anni di esperienza in Italia e all’estero, con la passione del vino. Accanto a lei, un comitato direttivo composto da Francesco Mauro Minervino, Maurizio Rodighiero, Simona Crea e Mario Reda.
“L’associazione Accademia del Magliocco – è detto nella stessa nota – nasce con lo scopo di attivare studi e attività di ricerca in ambito storico, culturale e tecnico-scientifico sui vitigni autoctoni calabresi e sui vini da essi derivanti, allo scopo di colmare le lacune di conoscenze che attualmente ne rallentano e penalizzano la competitività sui mercati nazionali e internazionali, promuovere attività di ricerca sul territorio di prodotti gastronomici e ricette storiche e tradizionali oltre a particolari emergenze di carattere ambientale, architettonico, storico-artistico di ambito materiale e immateriale che possano valorizzare gli aspetti più tipici e tradizionali del Magliocco dolce e dei vitigni autoctoni presenti nel territorio delle Terre di Cosenza Dop e del Savuto Dop. Tra le attività previste anche l’ambito della formazione finalizzata alla diffusione della conoscenza dei vitigni autoctoni calabresi, dei vini derivati e dei territori dai quali hanno origine, rivolte ai consumatori e agli operatori del commercio e della ristorazione; la valorizzazione delle produzioni vitivinicole e la attività di sperimentazione e divulgazione anche attraverso la pubblicazione di materiali cartacei e multimediali”. C’è tanto lavoro da fare – ha detto Anna Sacco – e sono certa che la passione comune ci guiderà e ci consentirà di realizzare iniziative ed interventi significativi per la promozione e la valorizzazione del Magliocco e del territorio in cui esso si produce. Nasciamo con la volontà di mettere insieme le risorse umane e culturali di cui l’associazione è ricca con le altrettanto poderose ricchezze di cui il territorio a cui facciamo riferimento è pregno, certi che la valorizzazione del nostro vitigno innescherà sinergie utili allo sviluppo della nostra area”.
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