“Ancora una volta – afferma il consigliere regionale Marcello Anastasi – si tenta di dar vita, nella Piana di Gioia Tauro, ad un’opera che desta diffuse perplessità e preoccupazioni tanto dal punto di vista della sicurezza ambientale che della salute pubblica: si tratta dell’apertura della discarica in località ‘La Zingara’ di Melicuccà, progetto nato tra i dubbi e i timori di associazioni, tecnici, gente comune e quanti, invece, preferiscono rimanere semplici spettatori assumendo un chiaro atteggiamento pilatesco. L’opera insisterebbe su un’area che funge da carica per la presa d’acqua della sorgente Vina, acqua che giunge ai rubinetti della ‘mia gente’ – dice il capogruppo di ‘Io resto in Calabria’ Marcello Anastasi – col pensiero rivolto anche alle generazioni future. Una posizione che trova evidente riscontro nella condivisa preoccupazione delle stesse varie Associazioni del territorio ricevute dall’assessore De Caprio a Palazzo Campanella. Nonostante tutti gli avanzati accorgimenti tecnici apportati per la costruzione della discarica, trasferire gli scarti dei rifiuti lavorati dai centri di raccolta differenziata ATO della città metropolitana di Reggio Calabria a Melicuccà non garantirebbe certezze sull’integrità ambientale. Legittimo, in questo senso, è da considerarsi l’impegno di chi si prodiga per tutelare le risorse naturali e la salute dei cittadini. A suo tempo, la pressione del bisogno di trovare urgentemente una soluzione all’emergenza rifiuti – che oggi nessuno intenderebbe ammettere per la scelta del sito sul quale costruire una discarica – avrebbe impedito certe valutazioni sul fattore ‘rischi’ che oggi si ripropongono prepotentemente. Importanti – sottolinea Anastasi – potranno rivelarsi le verifiche del CNR richieste dall’assessore regionale al ramo Sergio De Caprio nel corso dei lavori del 16 febbraio 2021 della IV Commissione regionale Ambiente”. Ad avviso del capogruppo di “Io resto in Calabria” sarebbe inoltre “auspicabile – anche alla luce dell’esiguità delle risorse economiche e di personale di cui dispone l’ARPACAL – un coinvolgimento di esperti di ARPA anche di altre Regioni”.
“Sussiste un’evidente incongruenza tra normativa e situazione attuale – sostiene Marcello Anastasi – richiamando i commi 1 e 8 dell’art. 94 del Codice dell’Ambiente che recita testualmente: ‘Su proposta delle Autorità d’ambito, le Regioni, per mantenere e migliorare le caratteristiche qualitative delle acque superficiali e sotterranee destinate al consumo umano, erogate a terzi mediante impianto di acquedotto che riveste carattere di pubblico interesse, nonché per la tutela dello stato delle risorse, individuano le aree di salvaguardia distinte in zone di tutela assoluta e zone di rispetto, nonché, all’interno dei bacini imbriferi e delle aree di ricarica della falda, le zone di protezione. Ai fini della protezione delle acque sotterranee, anche di quelle non ancora utilizzate per l’uso umano, si individuano e disciplinano, all’interno delle zone di protezione, le seguenti aree: a) aree di ricarica della falda; b) emergenze naturali ed artificiali della falda; c) zone di riserva’. Alla luce di queste statuizioni – conclude il consigliere regionale, com’è possibile aprire una discarica nella zona di Melicuccà essendo all’interno dell’area di ricarica della falda acquifera del Vina? Pertanto, si smentisca questo, oppure si prenda atto che ope legis la discarica in località ‘la Zingara’ di Melicuccà non solo non si sarebbe dovuta costruire, ma non se ne dovrebbe consentire mai l’utilizzo”.
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