E’ durato solo 23 secondi il tentativo di Luca Colombo di attraversare lo Stretto di Messina su una Honda 450 CRF dotata di alette plananti.
Per le onde provocate dal passaggio di una nave container, la ruota posteriore è rimasta al di fuori dell’acqua, finendo in cavitazione, perdendo cioè il potere di spinta che consente alla moto di procedere e facendola affondare in un attimo. Peccato perché la sfida di Colombo contro le correnti dello Stretto ha non so che di epico e di eroico.
Da Cannitello si era percepito distintamente il rombo della moto che dirimpetto sulla riva di punta faro, ai piedi del gigantesco traliccio, era entrata in acqua sollevando spruzzi debolmente percettibili stante la distanza. Poi il silenzio. Improvviso e defatigante. E Il sorriso di chi attendeva da ore smorzato dalla consapevolezza del fallimento. E il mare dello Stretto che tornava ad essere il signore incontrastato, con il vento e i gabbiani, solcato non solo dalle grandi navi e dalle spadare ma, ancora come un tempo, da piccoli gozzi di legno dentro i quali uomini, soli con se stessi, governano la barca armeggiando di remi e di timone, scrutando lontano oltre l’orizzonte della vita e dell’eternità.
Colombo ha fallito. Ma non si è arreso.
Appena la moto sarà rimessa a punto Colombo, Ulisse del terzo millennio, forte dell’esperienza maturata, proverà ancora a sfidare le correnti dello Stretto e a mettere le ruote della sua Honda, sulla battigia di Cannitello, fra i gozzi di legno dipinti di blu e le altre barche, più moderne ma prive del fascino del calafatato, dell’odore del gasolio e delle sbavature della vernice sul fasciame.
- Tags: Cannitello, Luca Colombo, moto, Ulisse