Di Pino Cinquegrana
Nicotera terra affabulatrice che il Marafioti posiziona verso mezzogiorno e descrive quale luogo dove l’aria è salutifera come si può assai evidentemente comprendere dalla proporzione lodevole dei corpi dei nicoteresi e dalla bellezza delle donne… (G.Marafioti, 1981:122). Secondo gli storici, le origini di Nicotera risalgono al periodo della colonizzazione greca verso i lidi delle Calabria nell’VIII secolo a.C. Più verosimilmente, si vuole che essa venne fondata dai Locresi che, allo stesso tempo fondarono Metauro (Gioia Tauro), Hipponion (odierna Vibo Valentia), Crissa (la città morta nei pressi dell’Angitola. (G. P. Carratelli, 1996:153).
Nicotera, la città dalle sette porte (Grande, Prisca, Palmentieri, Piccola, Joppolo, Santa Caterina, Foschea) e dei venti mulini (G. Lapa/C.Naso, 1999: 45-47) dai grandi portali signorili, delle chiese e dei conventi, terra di studi e di cultura (qui sorse il Regio ginnasio ancor prima che a Vibo Valentia). Patria di Achille Russo, Bruno Vinci, Lorenzo Galasso, Antonio Pagano, Francesco Adilardi e numerosi altri le cui relazionalità segnarono l’Italia unitaria. In questa città dalle limpide e fresche acque delle fontane (Monaci, Donn’Orazio, Brancia, Fontana del Popolo ed altre segnate con mascheroni che prendono il nome dal luogo dove sono poste: Portagrande, san Giuseppe, Santa Chiara, della Cattedrale, santa Caterina). Il sito di Nicotera è arroccato su un costone da dove domina il suo porto ove si cullano le barche da pesca. la lontananza la Sicilia e l’Etna appariscono come una sfumatura nella nebbia (L. e C. Fouchier. 1910).
Dall’alto del sito, magico e romantico, come lo definì l’archeologo danese Malte Brun, si apre un immenso orizzonte con un mare limpido e azzurro che indusse l’archeologo F. Lenormant contea ricca di meravigliosi spettacoli della natura. Una bellezza che ispirò il Pacichelli ad affermare che questa città fermi i confini dell’Italia a fronte della Sicilia. (C. Carlino, 1996:56). Un sito ammaliante che Duret De Tavel definì borgo che offre dappertutto uno stupendo panorama. A tramonto – descrive l’ufficiale francese – scorsi dal mio alloggio in lontananza le isole Lipari e sul fare della notte la cima fiammeggiante dello Stromboli venne ad accrescere l’incanto di questo grande spettacolo. (D. de Tavel, 1985:39). La città fu visitata da Gioacchino Murat (31 maggio 1810) e dal re Ferdinando II (14 aprile 1833). Nicotera è la città dove da più parti è accreditata quale terra dell’abbondanza (G. Fiore parla di un mare pescoso di ogni sorta di pesce azzurro in particolare e le campagne abbondano di legumi diversi oltre che per l’ottimo olio e del frumento). La città è menzionata nell’Itinerario dell’Imperatore Antonino Pio in omnibus nostris exemplaribus Nicotera… fu mansio terrestre e marittima.
Il Marafiorti nel suo Cronache e antichità di Calabria (1601) riporta che quando si congregò il Concilio Niceno II, sotto Papa Adriano, Sergio vescovo di Nicotera a detto Concilio si trovò presente. Fin dai primi tempi la città si rese vassalla del Crocifisso onde ne meritò una sede vescovile delle più antiche della Calabria. La città fu sede della Commissione Archeologica dell’Istituto Archeologico di Francia guidata dall’illustre archeologo Francois Lenormant. Dalle cave romane alla grande città ambita dai condottieri imperiali …un storia grande che trova la sua unicità nella Dieta Mediterranea di Riferimento i cui studi Ancel Keys qui effettuò con la sua équipe per poi procedere in termini di comparazione con altre coorti.