Pubblichiamo nella sua stesura integrale la lettera aperta di Stefano Iorfida al prof Antonino Zumbo:
“Egregio Sig. Rettore – Caro Nino (consentimi di darti del tu per la nostra antica consuetudine universitaria di quando tu eri un giovane professore ed io un ancora giovane allievo presso quella Facoltà di Lettere dell’Università di Messina alla quale ci uniscono tanti ricordi), ho appreso con ritardo dell’evento criminoso che attraverso la Tua persona, ha inteso anche colpire l’Università per Stranieri “Dante Alighieri”, la prestigiosa istituzione culturale della nostra Città voluta con tenacia dall’On.le Peppino Reale e che oggi è una meravigliosa realtà.
Desidero dunque farTi giungere i sensi della solidarietà mia personale e degli Amici dell’Associazione Culturale Anassilaos con l’auspicio che gli inquirenti (Forze di Polizia e Magistratura) possano al più presto risalire ai responsabili di tale inqualificabile gesto.
Ho però colto nella nota da Te inviata ai media nella quale davi notizia del fatto criminoso, passato quasi inosservato, una amarezza che lungi dall’essere frutto di un particolare momento (comprensibile peraltro quando simili eventi colpiscono persone oneste e dabbene quale tu sei), atteneva invece alla Tua, alla nostra Università in una Città quasi indifferente che sembra, di volta in volta, quasi incendiarsi dinanzi a un diritto negato o a un torto subito per poi subito dopo dimenticarsi di tutto.
Ottenere che Reggio Calabria fosse la sede della seconda Università per Stranieri d’Italia, dopo Perugia, non è stato per niente facile. Oggi quasi ce ne dimentichiamo come se una istituzione, come l’Università per Stranieri di Reggio Calabria, fosse per sempre e non avesse bisogno di sostegno e solidarietà.
Comprendo la Tua amarezza, in qualche caso anche il tuo scoramento (quello che spesso caratterizza gli operatori culturali della nostra Reggio) e nulla possiamo offrirTi che la nostra vicinanza, il nostro sollecito interesse, la nostra partecipazione alle iniziative che Tu ritieni e riterrai più opportune al fine di far comprendere a tutti i Reggini, classe dirigente e cittadini, che l’Università per Stranieri, frutto di anni di lavoro e di lotta, è una realtà da difendere.
Abbiamo trascorso un anno a celebrare, con iniziative spesso balorde, di cattivo gusto ed effimere, il 50° dei Bronzi di Riace che sono divenuti, a dispetto del loro valore storico ed artistico, una sorta di feticcio.
“Passata la festa e gabbato lo santo” forse possiamo finalmente occuparci con serietà, se ne siamo ancora capaci, delle Istituzioni che, come la Dante Alighieri, conferiscono alla Città di Reggio Calabria un prestigio durevole e persistente”.