OTTOBRE

Nessun commento Share:

Ottobre è il decimo mese dell’anno, secondo il calendario romano e il secondo mese dell’ autunno nell’emisfero boreale  e della primavera nell’emisfero australe, conta 31 giorni .

Il  nome deriva dal latino october, perché era l’ottavo mese del calendario romano, che incominciava con il mese di marzo.

L’imperatore  Commodo  operò una riforma in base alla quale il mese assumeva uno dei suoi titoli, Invictus, ma dopo la sua morte la riforma fu abbandonata.

Ottobre riporta al mio cuore il tempo passato,  ucciso, sepolto, rubato.

L’autunno che dipingeva il borgo natio di giallo, rosso,  arancione e  marrone.

Sepolta ormai la magia dell’estate, l’odore di ottobre danzava nell’aria e sulle chiome degli ulivi volavano stormi di rondini.

Era l’odore del mosto, dell’uva delle melagrane,  delle noci e dei loti.

Odori inconfondibili, che riesco a sentire ancora, ovunque mi trovi, sempre uguali, immutati non cambiano, non vogliono e  non  possono cambiare: arrivano e restano per  tediare il mio cuore.

In questo mese papà,  si recava in montagna a raccogliere i  funghi  e la casa si riempiva del loro profumo.

Per mamma, invece,  la passione di papà rappresentava un lavoro in più, perché era  a lei  che toccava il compito  di prepararli nei barattoli sott’olio.

Tanti momenti  avvenuti in questo mese, che oggi  ritornano  al mio cuore.

Ricordo un ottobre in particolare, al podere del nonno, dove c’era un albero di noci , per terra troneggiava un tappeto di foglie già secche e tantissime noci, con papà le abbiamo raccolte; io ho sempre amato il loro profumo, soprattutto il profumo del mallo,  festa dei sensi.

L’autunno danzava nell’aria, i melograni  e i loti erano maturi, l’odore delle uova nel pollaio si  confondeva con il profumo di questi frutti.

Salivo sul muretto che segnava il confine tra il podere e la fiumara, amavo guardare gli stormi in volo.

Le rondini erano pronte per la partenza, papà diceva che sarebbero ritornate a primavera, per ricostruire i loro nidi.

Tristezza e magia nell’aria.

Il noce- avevo letto- era un albero sacro alle streghe, era magico, e mi chiedevo se anche lì, in quel podere, la notte arrivavano le streghe a cavallo delle loro scope, come a Benevento, per celebrare i loro misteriosi riti.

Cadevano le prime piogge e il vento danzava tra i miei lunghi e folti capelli e tra le chiome degli ulivi.

Nell’autunno della mia adolescenza mi vestivo di sogni, di un sogno che il  5 ottobre del 1985, guardando il tramonto che dondolava tra gli ulivi, speravo di realizzare.

Era sabato , ero ritornata da Reggio Calabria.

In quel periodo, in Tv,  trasmettevano il cartone animato Lady Oscar, io lo guardavo  perché era ambientato  in Francia ai temi della Rivoluzione Francese.

Lo adoravo  perché adoravo la storia, sin da bambina; inoltre  mi piaceva  la musica che accompagnava il racconto della storia d’amore tra la regina Maria Antonietta e il conte  Hans Axel Von Fersen.

Era struggente .

La regina di Francia era una donna sola e infelice, nonostante vivesse circondata dal lusso.

Piangevo di commozione, così come negli anni 1980-81 avevo pianto per la storia d’amore tra Candy Candy e Terence.

Finito il cartone animato uscivo a fare una passeggiata da casa mia fino a casa di nonna Caterina.

Ricordo un giorno, indossavo un abitino  autunnale di colore fuxia.

Passeggiavo mentre l’atmosfera magica dell’autunno mi stordiva, faceva compagnia alla mia solitudine, ai mie sogni.

Vivevo di sogni, di libri, di letture, di ricerche storiche.

Ottobre 1983 con il mare d’inverno di Loredana Bertè.

Al lido Pentimele  a  Reggio Calabria, guardavo il mare e cantavo insieme alla  mitica Bertè.

I miei sogni si confondevano con il  blu cobalto  del mare e  al mattino, a volte con la magia  della Fata Morgana, che dalla via marina mi faceva vedere la Sicilia, dove abitava  la cara zia Sara con la borsa di Mary Poppins e le carissime cugine Caterina Teresa e Maria.

Il fenomeno della fata Morgana, fa riferimento alle fate della mitologia celtica, che  inducevano nei marinari visioni di fantastici castelli in aria ed in terra, facendoli gettare in acqua e conducendoli alla morte.

Si narra che durante le invasioni barbariche alto medievali, in agosto, il re barbaro arrivato a Reggio Calabria, vide all’orizzonte la Sicilia e si domandò come raggiungerla.

Una donna molto bella, appunto, la Fata Morgana, fece apparire l’isola a cinque passi dal re conquistatore; egli si gettò in acqua credendo di raggiungere la meta a nuoto. L’incanto però si ruppe ed egli morì annegato.

Questo il “fenomeno della Fata Morgana” che in realtà è  una forma complessa ed insolita di miraggio, che si può scorgere all’interno di una stretta fascia al di sopra dell’orizzonte.

L’effetto si verifica quando la temperatura dell’aria in prossimità del suolo è minore di quella dell’aria sovrastante. Questa variazione di temperatura provoca una variazione di densità e quindi di indice di rifrazione.

La luce proveniente dall’oggetto all’orizzonte viene rifratta dall’aria e giunge da una direzione diversa da quella che ci si aspetterebbe.

Ed è inutile dire che io continuo a credere nella leggenda e non nella scienza.!

“Stanche parabole di vecchi gabbiani…ed io rimango qui sola a cercare un caffè”

Nel 1985 papà acconsentì che mi abbonassi al Club degli Editori, così avrei comprato libri  ogni mese.

Era sabato e quando papà venne a prendermi a Reggio Calabria, mi annunciò che il pacco era arrivato.

Ricordo che mentre papà mi dava la notizia, alla radio c’era la canzone Live Is Live di Opus ed io ero tanto felice.

Le pagine dei libri profumavano, li ricordo ancora : uno  sulla vita di Aimèe du Buc de Rivèry  cugina di Giuseppina di Beauharnais,  Amore di Leo Buscaglia e un altro sulla vita di Cleopatra.

Ero felice quel sabato: mamma  per cena   aveva preparato i calzoni fritti , buonissimi.

Ottobre mi ricorda un’ immagine bellissima: mia nonna Grazia che comprava i broccoletti dal venditore ambulante.

La sera le “rughe” cioè le vie del borgo natio, si riempivano del profumo dei broccoletti  “affucati”.

Le contadine che al mattino si recavano in campagna li mettevano dentro il pane.

Tina mi aveva detto che il panino con i broccoletti era buonissimo,  lo volli assaggiare, ricordo ancora il sapore, perduto ormai.

Ricordo la prima festa di Santa Teresa del Bambin Gesù(dopo spostata in estate, per il ritorno delle famiglie immigrate), papà faceva parte del comitato festa insieme a Pasquale Papa, Rocco Zappia e il carissimo  don Pietro Franco.

Io ero tanto orgogliosa del mio papà, conservo ancora l’immagine appena stampata di Santa Teresa che lui  entusiasta  aveva portato a casa.

Come conservo ancora nel mio cuore, i verdi occhi di questa santa particolarmente graziosa e ormai “l’ho perdonata” per non aver ascoltato le mie antiche preghiere.

Ormai abbiamo fatto pace.

Ogni anno ottobre arriva per poi andarsene e ritornare ancora, con la stessa magia nell’aria.

Nonostante non ci siano più le nonne, Lady Oscar, il borgo natio, la casa, il podere,  ovunque mi trovi, io riesco sempre a sentire nell’aria il profumo di ottobre, magico e sensuale come  il noce del podere, meraviglioso come i sogni, confortante come la speranza, ormai persa tra le lacrime annegate nel lago del tempo.

 

Condividi questo Articolo
Previous Article

DALLA CALABRIA PROGETTO PILOTA PER STUDENTI CON DISTURBI DI APPRENDIMENTO. LA VICE PRESIDENTE PRINCI SPIEGA LE MODALITÀ

Next Article

Crotone, nuova operazione anti ‘ndrangheta, Fsp Polizia: “Criminalità pervasiva e indagini complesse. La lotta alla mafia esige potenziamenti continui. Il Governo si confronti, aspettiamo di vedere la Meloni”    

You may also like