Vibo ultima per qualità della vita, ma c’è chi non ci sta.

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Mentre Aosta si gode la cima della classifica, Vibo valentia risulta ultima per qualità della vita.         E’ questa la lapidaria sentenza emessa dall’annuale rapporto sulla qualità della vita delle centodieci province italiane, realizzato dal Sole 24 ore, uno dei più prestigiosi quotidiani italiani. Il report prende in esame sei settori di indagine: Affari, lavoro e innovazione; Reddito, risparmi e consumi; Ambiente, servizi e welfare; Demografia, famiglia, integrazione; Giustizia, sicurezza, reati; Cultura, tempo libero e partecipazione. In ognuno di questi parametri ci sono altri micro-indicatori – quarantadue in tutto –  che rendono specifico il dossier.

I punti deboli del nostro capoluogo continuano a essere molteplici. Non solo il reddito e il tasso di occupazione ma anche settori come la cura dell’ambiente, il cui gap con le altre realtà era già stato evidenziato da Legambiente. Si continua poi con il penultimo posto per spese sociali pro-capite effettuate per poveri e minori. E non va meglio per quanto la sicurezza visto l’aumento di molte tipologie di reati. Neanche in quei settori – come la cultura o lo sport dove pur si registra un grande dinamismo grazie al lavoro meritorio di enti, biblioteche, musei, associazioni, ecc, – le distanze soprattutto con le realtà del centro nord si allungano, fino a diventare siderali persino in quei settori che potremmo definire di “socializzazione primaria e di svago” dal momento che Vibo si inabissa  al penultimo posto per sale cinematografiche e ultimissima per ingressi registrati agli spettacoli.

Molto vibonesi però non si riconoscono in questo desolante scenario e pur non contestando le criticità che sono evidenti reagiscono per dire che non si può far di tutta l’erba un fascio. Il primo a tuonare è ovviamente Elio Costa, sindaco di centrodestra del comune capoluogo che ha contestato l’equità dei giudizi dati dagli esperti che hanno curato il rapporto, su alcuni dei settori che ne costituiscono l’ossatura. Ma contro le generalizzazioni si è espresso sui social network anche il Direttore del SBV, il prof. Gilberto Floriani secondo cui ”qualcosa è cambiato, da qualche anno c’è un minimo di dignità amministrativa, c’è l’acqua, magari non potabile, non ci si è ancora organizzati per fare la raccolta differenziata, ma almeno i rifiuti si raccolgono. Certo – continua l’intellettuale vibonese – a Vibo Valentia e nel vibonese vi è una società profondamente ingiusta: pochi garantiti e molti poveri o a rischio povertà e degli altri servizi come la sanità, l’assistenza e la scuola che dire: si fa quello che si può, ma è troppo poco, siamo lontani da standard non dico europei, ma appena accettabili, ma è anche vero che si possono segnalare potenzialità nel settore dei beni e delle attività culturali: il Sistema Bibliotecario Vibonese unica vera biblioteca pubblica della Regione finché durerà rappresenta un’eccellenza, e questo non lo diciamo noi, il Tropea Festival Leggere&Scrivere, Limen Arte, laC televisione, alcuni giornali on line sono realtà che non trovano riscontro altrove”.

E i parametri positivi non mancano del resto neanche nello stesso rapporto del Sole 24 ore. La provincia registra infatti un export che regala al tessuto economico provinciale il primo posto in Calabria, un alto numero di laureati tra i 25 ed i 30 anni che ovviamente non trovano sbocchi professionali e tendono a lasciare città, provincia e regione. Colpa della politica e della mala amministrazione certamente ma sono due dati che possono farci sperare.

 

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