Negli ultimi tempi avvisto molto spesso su Facebook dei post dai quali si evince una certa sfiducia nell’amore in generale, e nelle relazioni uomo-donna. Allora mi son deciso di fissare in queste righe alcune considerazioni che per carità, lungi da voler essere risolutive di questioni cosi grandi e dai molteplici aspetti, spero possano essere quantomeno di riflessione sempre nell’intento di innalzare il morale, che di questi tempi, per questa e altre vicende, mi sembra un po’ bassino. Ovviamente sono considerazioni fatte da un uomo e quindi risentono del fatto di avere una visione parziale e perciò me ne scuso in anticipo, ma cercherò ugualmente di essere il più obiettivo ed esaustivo possibile.
A partire dal dopoguerra abbiamo assistito a un vero e proprio “rinascimento” della donna che da una condizione di subordinazione all’uomo, si è progressivamente riappropriata del proprio corpo e della propria femminilità, per poi emanciparsi anche sul piano economico, lavorativo e sociale. Un processo che è lungi dall’essere concluso certo, ma di sicuro ormai inarrestabile. E questa rivoluzione copernicana ha avuto inevitabilmente i suoi riflessi anche sulla sfera sentimentale e relazionale nei rapporti uomo-donna. La donna ha così conquistato il potere supremo, cioè quello di scegliere. Quindi il potere di fare ciò che molto spesso in passato, al contrario, le veniva imposto o per forza o che supinamente accettava perché in quanto “essere” subordinato, in termini economici e sociali, non aveva, per l’appunto, la possibilità di scegliere. Il tutto nel quadro di relazioni che partivano quindi nettamente sbilanciate e nelle quali tale sbilanciamento si accentuava per via di una morale borghese – quella di un paese, l’Italia, dove la borghesia è stata sempre, storicamente piccola piccola e provincialotta – che consentiva all’uomo di fare quello che gli aggradava e di confinare la donna in una posizione, diciamo meramente decorativa. E che molti uomini abbiamo accolto male questo epocale cambiamento dei costumi, purtroppo lo vediamo quotidianamente: donne trascurate, trattate con insufficienza dai propri compagni o mariti, e – nei casi peggiori – persino perseguitate, brutalizzate e uccise. E allargando lo spettro d’indagine, i dati e le statistiche, ma anche i sondaggi, ci regalano il quadro di una crisi sentimental-relazionale diffusa, con coppie che scoppiano come palloncini, famiglie che si disgregano, relazioni che si trascinano stancamente per poi morire d’inedia come piante a cui non viene data l’acqua.
Pur essendo un uomo, sono certo, come dicevo innanzi, che molti uomini non si sono abituati a questa nuova figura di donna, indipendente e che esige, al contrario delle loro nonne e madri, maggiore rispetto del proprio ruolo e soprattutto una continua dedizione, vicinanza, e un affetto che sia testimonianza quotidiana e non saltuaria o retoricamente vuota di un amore sempre annunciato ma mai effettivamente dispensato. Così come è vero, che tanti uomini subiscono supini l’influsso di una società dell’immagine e dell’eccesso, che molto spesso tenta di ricondurre la donna ad una funzione decorativa di mera bellezza, propinando modelli che sono l’antitesi di quanto le donne hanno faticosamente costruito nel mondo del lavoro, della cultura, della politica, della arti ecc, e che quindi sono portati a una estrema volatilità sentimentale, mentre altri cercano una donna “multiruolo” che nel loro immaginario collettivo, a seconda delle loro convenienze del momento – come ha giustamente detto una mia cara amica d’infanzia – sia allo stesso tempo madre, amica, vamp, zoccola. Una donna che gli stia vicino quando ne hanno bisogno – solitamente per scaricarle le responsabilità del quotidiano – e che gli stia lontano, non rompa le palle, quando loro, gli uomini, rivendicano i loro spazi di autonomia, sanciti da due- tremila anni di predominio.
Sono atteggiamenti maschilisti e in alcuni casi persino misogini molto diffusi, soprattutto in una società come quella italica, che da sempre vive in una contraddizione che non ha eguali nel mondo occidentale e cioè quella di essere un paese che dove, una variopinta schiera di artisti, geni, scienziati, letterati, convive con una popolazione, dove accanto a moltitudini di genti distratte e apatiche che non si prendono briga di nulla, vi sono sacche di arretratezza culturale e sociale paurosa. Anche le donne però commettono, forse per inesperienza, alcuni errori che potrebbero e dovrebbero evitare per far si che non gli accadano poi fregature clamorose.
Il primo errore che talune donne moderne commettono è quello di buttarsi a capofitto nelle relazioni idealizzando spesso la figura della controparte maschile. Lo fanno in buona fede per carità, loro dicono per amore, ma è lecito chiedersi: è sensato che una donna che si frequenti con un tale, per quanto bello e affascinante esso sia, dopo neanche un mese sia portato a definirlo su facebook con appellativi tipo “sei il più sublime degli esseri” e a dirsene “innamorata alla follia”? Sul piano emotivo è comprensibilissimo certo ma oggettivamente, se spostiamo la cosa sul piano squisitamente relazionale, la moderna psicologia ci dice che non lo è affatto. L’amore, quello vero, per sbocciare davvero, richiede infatti tempi medio–lunghi è la relazione amorosa, altro non è che un lungo ed intrigante – e spesso intricato – percorso di paziente scoperta dell’altro. E solo quando in questo percorso si sono oltrepassate un bel po’ di tappe che le donne dovrebbero capire di aver trovato la persona giusta con la quale si possano sentire al sicuro e cominciare la fase successiva. E cioè quella di costruire in due qualcosa di solido e duraturo che comunemente chiamiamo famiglia, nel termine più ampio che possiamo dare a questa espressione, sia essa intesa come famiglia tradizionale o le nuove forme di convivenza. Le fregature certamente, in certi rapporti, possono anche manifestarsi dopo molto tempo ma il fatto di conoscersi bene, di valutare, di ragionare, di usar bene quella graziosa testolina che il Buon Dio le ha donato, metterebbe le donne di oggi, soprattutto quelle che hanno studiato, in condizioni di prevenire l’irreparabile, troncando sul nascere relazioni e rapporti di cui spesso avvertono la fragilità ma che, annebbiate dal “tempestoso assalto” dei sensi, esse si ostinano, non si capisce bene il perché, a continuare. Il secondo errore che le donne commettono poi è quello di esigere poco dalla controparte maschile. Sento molto spesso impropriamente dire di “coppie aperte” o coppie “libere” dove però questa apertura spesso copre una relatività sentimentale che certo nuoce ed è anzi l’antitesi del rapporto di coppia. Tutte le coppie infatti sono libere già per definizione in quanto, anche se in una relazione mettiamo in comunione con l’altro una parte del nostro Io, ognuno dei due mantiene sempre la propria individualità. Allora capiamo come questa “apertura” questa “libertà” da molti invocata e che le donne fraintendono come una mera richiesta della controparte maschile di salvaguardare una sfera di autonomia o di privacy, è invece nella mente del maschio, una libertà a tutto tondo di qualcuno che vuole i benefici della coppia, dello stare insieme – sesso in primis – senza però accettarne le responsabilità. Su questo le donne non dovrebbero cedere di un millimetro. Dovrebbero pretendere certamente non che i partner si annulli in loro, poiché l’amore non è dominio o oppressione – semmai è comprensione e complicità – ma che gli stiano loro vicino, cioè gli diano effettiva testimonianza di questo amore che dicono di provare per loro, non solo con le parole, per carità mezzo sempre molto potente e gradito, ma con i fatti e sopratutto con i comportamenti. Dire una parolina carina non costa infatti sforzi. E bisogna dirla, perché le donne si devono sentire confortate, ammirate, coccolate, vezzeggiate ogni santo giorno, ma poi alle parole devono seguire sempre comportamenti che vanno in linea con quelle parole. Infatti rido a crepapelle quando vedo su facebook gente che ha alle spalle una storia da esimio puttaniere o da ragazzo mai cresciuto, dotarsi di un violino e un mazzo di fiori e scrivere sotto il muro di casa dell’amata di turno, parole del tipo “io e te siamo infinito”. Così tutto si riduce a una bolla di sapone e si sa con il sapone – come dice un vecchio detto egizio – non si costruiscono case. Per questo le donne dovrebbero indirizzarsi su persone che invece di “essere”, di “apparire” si preoccupano più di “affiancarsi” a loro, nei momenti buoni e soprattutto in quelli difficili. Persone pazienti, affettuose, premurose, che hanno voglio di crescere insieme a loro. Ovviamente si può sempre sbagliare la scelta oppure l’uomo può essere così subdolo da mascherarsi e apparire per quello che non è – può capitare a chiunque – ma vi è in questo caso, un terzo errore che le donne commettono. Capita spesso infatti che “caduta la maschera”, le donne invece di filarsela a gambe si facciano prendere da quella che io stesso ho definito la “sindrome della crocerossina”. Un sindrome per la qualche molto donne scommettono che con un paziente lavoro di energie, di cure, di affetto, di premure il loro uomo prima o poi cambierà atteggiamento e si trasformerà nell’uomo dei loro sogni. Anche qui per carità di casi positivi non ne mancano, poiché ci sono uomini, soprattutto quelli intelligenti che sono stati sempre soli, che apprezzano questi sforzi delle loro compagne e modificano per amore della coppia, aspetti del loro carattere o difetti comportamentali. E’ uno dei pregi della vita di coppia infatti. Molto spesso però in altri uomini alcuni atteggiamenti, alcuni difetti, non sono espressioni transitorie di manifestazione del loro essere ma tratti strutturali della propria personalità impossibili da sradicare. Questi uomini sono delle partite spesso perse in partenza ed è triste osservare che molte donne vi perdano dietro degli anni per poi ritrovarsi con un pugno di mosche. Non prendetevela quindi con l’amore.
L’amore è la cosa più bella che esiste poiché non è un sentimento solo ma una eccellente mistura di diversi sentimenti a volta anche persino contrastanti ma dosati con estrema cura: affetto, comprensione, vicinanza, complicità, rispetto, passione. Quelle che contano sono le scelte e i fatti. E le chiacchiere e le cose materiali, come sempre, anche in amore, contano zero.
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