2016-12-01 Fonte: L’Osservatore Romano
L’idea del film è nata nel 1989, e da allora il progetto è diventato per Martin Scorsese una vera e propria «ossessione». Che ha dato un frutto perfetto: Silence, proiettato in anteprima il 29 novembre per un gruppo di gesuiti all’Orientale e nel pomeriggio del giorno successivo in Filmoteca vaticana, dopo che di prima mattina il regista era stato ricevuto dal Pontefice. Introdotto dal prefetto della Segreteria per la comunicazione, monsignor Dario Edoardo Viganò, il regista ha presentato brevemente l’opera agli invitati presenti in sala, tra cui era il direttore della rivista «America», il gesuita James Martin, che ha collaborato alla pellicola. Basato sul celebre romanzo dello scrittore giapponese Shūsaku Endō, pubblicato nel 1966, il film, che dura più di due ore e mezza, racconta le durissime persecuzioni subite nel Giappone del Seicento dai cristiani e le eroiche missioni dei gesuiti, i padres. L’anteprima della pellicola ha avuto vasta eco nei media internazionali. In particolare «The New York Times» definisce il film la “Passione” del regista, che vi trasfonde «tutto il suo sentire spirituale», sottolineando come in quest’ultimo lavoro Scorsese ritorni con nuovo vigore al tema che ha «sempre animato» la sua vita: la fede. Per questo film e artista — sottolinea il quotidiano newyorkese — diventano quasi «una cosa sola». Ed è un film che «non ci si aspetterebbe da un grande artista americano, conosciuto soprattutto per le storie di gangster» e noto come a grandmaster of the profane. E «The Guardian» candida il film all’Oscar. Che sarebbe meritatissimo.