Alle minacce contro la sicurezza informativa militare ed economica della Russia si è aggiunto un nuovo elemento: la disgregazione dei valori morali tradizionali. Ecco cosa propone il testo, elaborato dal Consiglio di sicurezza russo, che entra in vigore immediatamente
Una delle principali minacce per la Russia sono le “maggiori possibilità, da parte di una serie di Paesi stranieri, di influenzare l’infrastruttura informatica per quel che riguarda gli obiettivi militari”. Di questo si parla nella nuova dottrina sulla sicurezza informativa del Paese, firmata dal Presidente Vladimir Putin il 6 dicembre.
Il testo del documento è stato pubblicato sul sito web ufficiale delle informazioni legali. La dottrina, elaborata dal Consiglio di sicurezza russo, entra in vigore immediatamente.
La nuova dottrina, inoltre, afferma che i servizi segreti stranieri e i leader dei Paesi esercitano la propria influenza, psicologica e informativa, su altri Stati per la destabilizzazione della politica interna russa.
Il documento sottolinea in particolare il lavoro dei media stranieri e il loro impatto sui cittadini russi, soprattutto giovani. Obiettivo di questa influenza sarebbe l’erosione dei valori culturali e spirituali, la disgregazione delle basi morali, dei fondamenti storici e delle tradizioni patriottiche, si legge nel documento.
Tra le principali questioni di sicurezza informativa, gli autori della dottrina citano il “contenimento strategico e la prevenzione dei conflitti armati che possono derivare dall’uso delle tecnologie informatiche”.
La firma della nuova dottrina. Fonte: Kremlin.Ru
La valutazione della dottrina
“Nella versione attuale, sono state elaborate molto meglio le minacce contro la sicurezza tecnico-militare della Federazione Russa. Ad esempio, si evidenzia la difesa dalle operazioni informatiche mirate da parte dei servizi segreti stranieri, nonché la lotta contro le attività dei servizi segreti stranieri in Russia”, ha detto a Rbth Oleg Demidov, esperto del Centro di ricerche politiche “PIR” sui problemi della sicurezza informativa.
Secondo lui, il governo si è anche adoperato in particolar modo per capire come contrastare le nuove rivoluzioni per mezzo di Twitter, simili a quelle del Medio Oriente all’inizio del decennio.
“La Primavera araba ha dimostrato che Facebook, Twitter e altri programmi di messaggistica istantanea fanno passare una gran quantità di contenuti che minacciano la stabilità sociale e politica. La cosa importante è che oggi non esiste un efficace modello capace di bloccare questo genere di processi”, ha aggiunto l’esperto.
Cos’è stato tralasciato
Secondo Demidov, la nuova dottrina ignora tre problemi strutturali. In primo luogo, non è chiaro il ruolo di un operatore chiave della infrastruttura informatica di base: il settore privato. “Per la maggior parte, proprio aziende come Kaspersky Lab, Infowatch, Group-IB e molte altre si impegnano a garantire la difesa delle strutture statali russe da attacchi Internet. All’interno della nuova dottrina, gli affari dovrebbero essere una priorità”, ha detto Demidov.
In secondo luogo, ritiene l’esperto, è necessario aumentare il livello di cooperazione internazionale con i Paesi della SCO, CSTO e gli altri alleati della Russia.
In terzo luogo, infine, è necessario garantire la cooperazione concreta tra i centri di risposta alle minacce nazionali e settoriali, ritiene Demidov. Questi centri in Russia possono essere federali, presso l’FSB per esempio; settoriali, come quelli presso la Banca centrale; e privati.
“Bisogna condurre più studi congiunti, e ‘simulare’ scenari con grandi attacchi informatici internazionali capaci di minare il lavoro di diversi servizi pubblici”, ha detto l’esperto del Centro PIR.
La svolta
La dottrina non è un atto giuridico e non ha alcun effetto diretto, ma crea il quadro e le basi per lo sviluppo dei documenti successivi e dei disegni di legge.
Per esempio, permette di adottare un progetto di legge di base su un’infrastruttura informatica di importanza cruciale, ha riferito Oleg Demidov. “Una sua ultima variante, elaborata dall’FSB nel 2013, è sperduta da qualche parte. Ora è possibile chiudere i buchi legislativi”, ha aggiunto Demidov.
La Russia ha cambiato radicalmente la sua visione della sicurezza informativa dopo il 2010, quando gli Stati Uniti e i servizi segreti israeliani, con l’operazione Stuxnet, hanno inferto un “duro colpo” agli impianti nucleari iraniani, ricorda il capo redattore di “Difesa nazionale” Igor Korotchenko. “In seguito all’intervento dall’esterno, l’operatività delle centrifughe per l’arricchimento dell’uranio nel Paese raggiunse condizioni critiche, fino al guasto di massa”, ha detto Korochenko a Rbth.
Secondo lui, questo attacco ha gettato il programma nucleare della Repubblica Islamica otto anni indietro.
Pochi giorni fa, la dirigenza dell’FSB ha annunciato l’imminente attacco da parte dei servizi segreti occidentali al settore bancario russo.
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