Fino al 2011 con Ricadi, poi le scuole joppolesi sono state assegnate all’istituto Comprensivo di Nicotera grazie all’opera dell’allora sindaco Peppe Dato. Oggi, il nuovo piano di dimensionamento scolastico provinciale vede le scuole del comune vibonese annesse al nuovo Comprensivo di Zungri insieme a Drapia, Filandari e Zaccanopoli. “Abbiamo firmato il documento perché non accettiamo che le scuole di Joppolo siano dislocate nel nuovo istituto Comprensivo di Zungri – afferma il consigliere di minoranza Dato -, ma chiediamo che rimanga il precedente status quo, cioè che infanzie, primarie e secondaria di I grado restino legate all’istituto di Nicotera”. Dato, insieme al suo gruppo, nell’ultimo consiglio comunale convocato in seduta straordinaria e urgente per protestare contro il nuovo piano, ha votato il documento comune per chiedere al presidente della Provincia, Andrea Niglia, di ritornare sulle sue determinazioni. L’istanza, però, oltre a chiedere di ripristinare la situazione scolastica precedente e, quindi, di far rimanere le scuole joppolesi con il comune di Nicotera, propone, in alternativa, di accorpare le scuole di Joppolo all’istituto Comprensivo di Ricadi. “Ho fatto di tutto in questi anni – afferma Dato – per far sì che le nostre scuole rimanessero legate al comune di Nicotera dal quale ci separano pochi chilometri. Non accetteremo mai Ricadi in considerazione del fatto che oltre a separarci tanti chilometri, da sempre, ho contestato la pericolosità della strada provinciale 23, Joppolo-Ricadi, spesso chiusa per lunghi periodi al traffico colpa le frane”. Dato “rimprovera”, inoltre, all’amministrazione guidata da Carmelo Mazza il fatto che la giunta avrebbe dovuto produrre e presentare all’amministrazione provinciale di Vibo Valentia, nei tempi previsti dalla legge, l’annuale delibera per richiedere il mantenimento dell’attuale status quo. “Da incapaci – dichiara – non l’hanno fatto. Adesso come gruppo di minoranza faremo di tutto per riportare le nostre scuole a Nicotera alla quale siamo legati per contiguità territoriale, ma, soprattutto, per quella continuità didattica di cui nessuno, fino ad oggi, si è mai lamentato”.