Dopo i sopralluoghi effettuati nei giorni scorsi alle condotte fognarie nicoteresi dai commissari straordinari Adolfo Valente e Michela Fabio, insieme agli uomini della Guardia Costiera, i carabinieri di Nicotera Marina guidati dal maresciallo Fabio Cirone e alcuni rappresentanti del Movimento “14 luglio”, interviene sulla questione Giacomo Saccomanno, presidente del “Comitato per la tutela dell’ambiente e della costa tirrenica”. “Solo con un percorso comune e lineare – afferma – si potrà verificare cosa è successo e quali siano le cause del mare sporco e inquinato. Non è credibile la giustificazione della mucillagine in quanto il fenomeno non rientra nei parametri di tale ipotesi”. L’ispezione di mercoledì scorso ha riguardato, in particolare, le condotte fognarie che dalla contrada Santa Barbara arrivano al vecchio depuratore della frazione Marina per poi essere convogliate verso il mega depuratore Iam di Gioia Tauro. Da sempre in prima linea a difesa delle acque del litorale nicoterese e promotore, nel corso degli anni, di circa 50 esposti indirizzati a varie Procure, resistendo, inoltre, alle querele di commissari prefettizi e sindaci, Saccomanno prende atto con soddisfazione che la commissione straordinaria che regge il Comune nicoterese, ha voluto iniziare il suo percorso di legalità proprio da un problema che assilla Nicotera ed il suo litorale da oltre 12 anni. “Un problema – afferma – che, spesso, è stato nascosto dalle amministrazioni passate. La presa di coscienza ha grande valenza se poi viene incanalata verso quei percorsi istituzionali virtuosi che vogliono cercare di risolvere il problema e non calmare gli animi dei cittadini e dei comitati che dal basso chiedono chiarezza”. Se l’intendimento dei commissari prefettizi è veramente quello di dare un forte contributo alla valutazione dell’esistente situazione, il comitato che Saccomanno presiede offrirà la propria disponibilità fornendo tutto il materiale consegnato nel passato a Prefettura e Procure. “L’esperienza – dichiara – però insegna che il Comune da solo non potrà fare passi concreti non avendo, certamente, le risorse necessarie. Appare molto importante, essendo oramai l’inquinamento un reato penale, nel passato la mancanza di tale fattispecie ha bloccato molte inchieste, che ci sia un’azione sinergica dei cittadini e dei comitati con tutte le Istituzioni per accertare, con una adeguata perizia, l’esistenza dell’inquinamento e le sue cause. E’ un problema che appare complesso, in quanto vi potrebbero essere più fonti, sistema fognario del Comune di Nicotera-fossi San Giovanni ed altri-fiume Mesima e, quindi, l’azione deve essere sinergica tra tutte le Istituzioni interessate, Comune di Nicotera, Procure di Vibo Valentia e Palmi, Prefetture di Vibo Valentia e Reggio Calabria”. In ogni caso, sempre per Saccomanno, l’unica metodologia corretta sarebbe quella di affidare, da parte delle Procure interessate, una perizia a soggetti competenti come, ad esempio, le Università che, con uno studio adeguato, potrebbero accertare le cause e le ragioni di un inquinamento che ha distrutto l’economia di un intero territorio. Con tale percorso, tra l’altro, si potrebbero anche accertare l’esistenza o meno di possibili responsabilità per quanto accaduto. “Su tale percorso istituzionale – afferma – il Comitato sarà sempre presente essendo interesse di tutti comprendere cosa sia successo e quali possano essere le vere cause, al fine di comprendere se vi sono o meno strumenti e soluzioni per riavere il magnifico mare di Nicotera”. Adesso, quindi, sarà necessario lavorare per uscire dall’emergenza depurativa che ha già abbondantemente compromesso una delle maggiori risorse del territorio. Dopo circa 12 anni è lecito, perciò, che i cittadini sappiano, con chiarezza e trasparenza, che cosa sarebbe stato realizzato fin’ora e cosa si dovrà fare in considerazione del fatto che la salute pubblica, da anni, è stata messa in pericolo.