Sogefil story, il Tribunale di Cosenza (presidente Enrico Di Dedda, a latere Claudia Pingitore e Manuela Gallo) deposita in cancelleria la sentenza relativa al secondo troncone del processo penale – nel primo i maggiori responsabili della società di riscossione cosentina avevano patteggiato la pena cavandosela con condanne non superiori a due anni e senza alcun vincolo di risarcimento a fronte di ammanchi aggirantesi attorno ai 15 milioni di euro – e ancora una volta non mancano le perplessità. Nel corso dell’ultima udienza, infatti, veniva letto in aula solo il dispositivo: condanna a cinque anni e al pagamento delle spese processuali per l’imprenditore Mauro Nucaro, presidente del cda Sogefil e legale rappresentante della stessa dal 28.6.2005 al 28.6.2006, assoluzione per tutti gli altri imputati, riconoscimento del diritto al risarcimento per nove dei circa cinquanta comuni che si erano costituiti parte civile (Mendicino, Zumpano, Dipignano, Oriolo, Petrizzi, San Vito allo Ionio, Squillace, San Procopio e Limbadi) ed esclusione di tutti gli altri. Escluso, quindi, anche Nicotera che tra gli enti interessati è quello che ha subito i danni più consistenti dal mancato versamento dei tributi riscossi da parte della Sogefil, circa nove milioni. A dispositivo letto, non erano state poche le lagnanze di sindaci e avvocati, che rimandavano, comunque, ogni ulteriore valutazione a dopo il deposito delle sentenza per conoscere le motivazioni dell’esclusione e puntare ad un eventuale appello. Bene. La sentenza è stata depositata pochi giorni prima dello scorso Natale e, stando a quanto scrive l’avv. Alessio Colistra, legale di fiducia del Comune di Nicotera, è stata disponibile in cancelleria, causa periodo estivo, solo lo scorso 5 gennaio. Partendo i termini dell’appello dalla data del deposito, i Comuni interessati hanno avuto tempo sino allo scorso 19 gennaio per presentare appello. Una corsa contro il tempo per leggere la sentenza depositata, valutare le motivazioni e preparare il ricorso. Con un solo, piccolo, sconcertante inconveniente: in quindici pagine di testo, i giudici del Tribunale di Cosenza non sprecano neanche un rigo per spiegare i motivi dell’esclusione di una quarantina di Comuni, regolarmente costituitisi in giudizio, dal diritto al risarcimento danni da parte della Sogefil.
Nessun sindaco, certo, si illudeva che col riconoscimento del diritto al risarcimento avrebbe recuperato le somme sottratte alle casse dell’ente amministrato, ma un provvedimento positivo avrebbe consentito a tutti gli amministratori di mettersi al sicuro da possibili interventi della Corte dei Conti. Niente di tutto questo. La partita, però, non è ancora chiusa. I Comuni possono fare lo stesso appello. Per certo Nicotera l’ha fatto. In tempo utile, infatti, la triade commissariale (Adolfo Valente, Michela Fabio e Nicola Auricchio) ha dato incarico agli avvocati dell’ente Salvatore Campisi e Santo Gurzillo di presentare ricorso. Probabilmente, altri sindaci hanno fatto la stessa cosa. Per tutti loro, comunque, la strada sarà in salita. Stando ai rumors di palazzo, il pubblico ministero del processo tenutosi davanti al Tribunale di Cosenza, dopo aver assistito all’assoluzione di quasi tutti gli imputati per i quali aveva chiesto la condanna, ora non avrebbe neppure proposto appello. Una scelta che, se risultasse vera, non farebbe altro che indebolire la posizione dei sindaci che si erano costituiti parte civile. Le perplessità di amministratori e avvocati non sono poche. Qualcuno parla di sconfitta della giustizia e di caso da affidare al Csm, qualcun altro arriva alla conclusione che, se per un furto di energia elettrica agli imputati vengono inflitti tre anni, a chi sottrae 15 milioni dalle casse comunali per lo meno non si sarebbe dovuto consentire il patteggiamento se non previo risarcimento del danno arrecato.