I recenti fatti di Limbadi esposti nell’articolo del collega Pino Brosio trovano conferma anche su una serie di inequivocabili dati statistici forniti dall’ISTAT.
Dal 2003 – anno in cui cominciano i rilevamenti – la popolazione straniera regionale (quella regolare) è passata dalle 18374 unità del 2003 alle 96889 del 2016. Insomma si è moltiplicata per cinque. Nel vibonese, si è passati dalle 1290 unità del 2003 alle 7323 del 2016. Un aumento più contenuto – visto che i migranti predilogono le grandi aree urbane – ma pur sempre di tre volte e mezzo. A Limbadi, i migranti censiti quasi tre lustri fa erano appena 32, quasi tutti di nazionalità marocchina. Gente impiegata sopratutto in agricoltura. Oggi invece, sul territorio del piccolo centro vibonese i migranti sono arrivati a quota 262 unità. In pratica sono aumentati otto volte il loro numero originario. E stiamo parlando di quelli censiti, perchè è molto probabile che ve ne siano altri irregolari di cui non si conosce l’entità.
E’ inoltre cambiata la provenienza dei migranti stessi. 161 di essi provengono dalla Romania. Segue la comunità ucraina (con 31 unità), quella algerina (con 26 unità) e quella marocchina (con 16 unità) I rimanenti 28 migranti. provengono da Moldova, Eritrea, Tunisia, india, Somalia, Turchia e Armenia.
Da notare che sul totale della popolazione calabrese del 2003, i migranti costituivano appena lo 0.9% del totrale, mentre oggi sono il 4.9% del totale della popolazione regionale e il 4.2% di quella dell’intero vibonese. A Limbadi, si è passati da una incidenza dello 0.9% a una del 7.1%. Questo dato come si evince è maggiore di quasi tre punti rispetto alla media provinciale e superiore di oltre due punti alla media regionale.
Insomma il problema è reale. E anche se non è corretto parlare di “invasione” – esistono infatti molti migranti che lavorano onestamente e che anzi hanno sostituito i nostri connazionali in numerosi settori – è parimenti vero che occorre pensare, sia ad un serio piano di integrazione che a delle politiche che tutelino la sicurezza dei cittadini sopratutto degli anziani. E il fenomeno non riguarda solo Limbadi ma molti centri del vibonese.