Il 17 dicembre scorso, in un articolo pubblicato proprio su Mediterraneinews.it, davamo la triste notizia del crollo di parte del muro di uno dei vecchi mulini – simbolo di un età preindustriuale che altri comuni hanno saputo meglio custodire e recuperare fino a farne in alcuni casi addirittura un elemento di attrattività turistica – per la precisione, di quello nascosto tra la fitta vegeteazione del posto non raggiungibile se non a piedi, orientandosi a vista, dal suggestivo Affaccio del Viale Santa Chiara che conduce alla chiesa di san Francesco.
Pomeriggio siamo stati avvisati che, nella notte, un altro pezzo del muro del rudere – quello posto sul lato che guarda il complesso conventuale di San Francesco, è venuto giù. In pratica adesso, del rudere stesso, sarebbero quindi rimasti due moncherini, che danno sulla stazione ferroviaria.
Nello scrivere questo pezzo non possiamo quindi non esprimere biasimo e disappunto verso questo nuovo episodio e ci chiediamo con preoccupazione quale sarà il prossimo segmento del patrimonio culturale cittadino a venir giù. Forse l’antica Porta Palmentieri – dove le infiltrazioni d’acqua minacciano ora di corrodere i robusti legni che costituiscono il soffitto della porta stessa, o forse le antiche fontane che esistono nella parte del centro storico cittadino, o forse la Torre Parnaso (detta anche di Joppolo ma sita in territorio nicoterese) o il rudere – ex colonia elioterapica ai tempi del fascimo – posta accanto alla chiesetta della Madonna della Scala – o la Cava romana che giace dimenticata, pur essendo uno dei 53 siti estrattivi di marmo colorato più importanti dell’antico Impero romano?
Tragico destino di una comunità, dove accanto al decadimento fisico dei suoi abitanti funestati da malattie di ogni genere si accompagna il crollo delle vestigia della città.