Nicotera marina – la più popolosa delle quattro frazioni urbane della città di Nicotera – protesa verso la pianura di Gioia Tauro. Fu sede di un porto – che alcuni vogliono di origine romana mentre altri, come il D’Arrigo, hano asserito essere lo scalo marittimo della vicina città di Medma che sorgeva nel territorio di Rosarno. Di certo, il porto era presente in età medievale se – nel 1239 – Federico II° con una regia ordinanza stabiliva come cantieri e aresani le città di Napoli, Amalfi, Salerno, Brindisi e Nicotera. Nel 1269 poi – subentrati gli angioini – si sa che Carlo D’Angiò intento a fortificare la costa calabrese e le città del litorale, nominò Abbamonte Gallo, Ottone di Benedetto e Paolo Pellizza all’ufficio di custodi del porto di Nicotera e nel 1284, il principe di Salerno, vicario del Regno di Napoli – che l’anno prima aveva posto, proprio alla marina, un campo militare – trovandosi in Barletta, ordinò che fossero rifatti i regi vascelli che stavano proprio a Nicotera marina pronti per una spedizione in Sicilia. Poi un lungo oblio fino al XVI° secolo, quando una colonia di pescatori di spugne e di coralli provenienti dalla Spagna cominciò a popolare – in modo non ancora stanziale – il territorio di marina. In prossimità dell’arenile infatti, sorgevano poche rustiche, baracche di frasche nelle quali i pescatori custodivano le reti ed i vari attrezzi necessari all’esercizio della pesca. La marina sarrebe stata abitata in maniera stabile solo a partire dai primi anni del XIX° secolo – nel 1819 si contavano 200 abitanti – e poi, con un decreto del 18 maggio 1835, venne elevata a villaggio del comune di Nicotera. L’anno prima – il 27 settembre del 1834, il Vescovo Mons. Michelangelo Franchini, ne aveva invece elevato la chiesa a parrocchia. Nei primi anni del novecento si costituirono le prime società di mutuo soccorso. La piccola frazione prosperò sopratutto alla pesca ma negli anni sessanta del secolo scorso cominciò a fiorire una intensa attività turistica e alberghiera che dava ricchezza e occupazione.
Il litorale di Nicotera marina si estende dalla foce del fiume Mesima (che segna il confine con la vicina provincia di Reggio Calabria) per circa cinque chilometri, terminando alla scogliera detta della “Preicciola”. Uno dei punti più suggestivi dell’intero territorio cittadino, dove si può godere di alcuni scorci naturalistici tra i più belli della zona, un tempo, anche popolata da una ricca fauna ittica. Sul suo territorio, si trova poi un piccolo ma suggestivo “polmone verde” di macchia mediterranea – “la pineta” – che andrebbe ulteriormente valorizzato. A dominare su tutto e su tutti sono però il mare e i venti. Scrive infatti un poeta locale: “Lo scirocco è il vento sintomatico e immaginifico: la sciroccata dopo l’iniziale tripudio inquieta e impigrisce, marea di insonnia e soffocamento che annoia e fa impazzire, ‘ncrisci e sbariia…ma ogni vento fantastica la sua propria magia, e se il libeccio ribaldo ci scuote di vigore e sollievo e il prestigioso maestrale, con ampie tergiversazioni, ci travolge e ristora nelle nostre sempre complicate digestioni, lo scirocco è il tempo della costernazione, della perplessità, di un imbarazzante turbamento: la disperazione per un passato inestinguibile d’amore”.
Essendo di età recente, l’abitato urbano non presenta vestigia sorico-artistiche di rilievo con l’unica eccezione della Chiesa della SS Immacolata – conosciuta anche come chiesa dei pescatori – che fu costruita nel 1743 e poi ristrutturata nel 1899 a seguito del terremoto di tre anni prima. Lo stile è a croce greca con la facciata che ospita sette statue e otto colonne. L’interno è abbellito dall’altare e da numerosi affreschi – ben quindici –opera di Domenico Russo nonché da cornicioni e eleganti capitelli e da un bellissimo altare in marmo fatto costruire dalla famiglia De Luca. Ogni anno, vi si svolge una grande celebrazione molto sentita non solo dagli stessi “marinoti” ma da tutta la popolazione cittadina: è la Processione dell’Immacolata – che si tiene l’8 Dicembre con un rito particolarissimo, uno dei più suggestive del pur ricco folklore religioso locale. In questa occasione, infatti, i pescatori del luogo, in maglia e larghe mutande di lana, portano a spalla la bellissima statua lungo il tratto di mare che va dalla Marinella al cosiddetto Fosso, immergendosi fino al torace nelle fredde e non sempre calme acque marine. La statua della Vergine fu rinvenuta da due marinai dopo una tempesta e divenne subito oggetto di venerazione.
Capitando in città, non di rado, per via di un bonario campanilismo che intercorre tra di loro, vi capiterà di sentire gli abitanti di Nicotera superiore chiamare vracuna i nicoteresi di marina. L’ingiuria deriva, secondo alcuni, dal fatto che i pescatori, erano così detti per via dei loro caratteristici pantaloni tenuti molto larghi alla vita ed avvolti fin sopra le caviglie, I “marinoti” per ripicca, chiamano i loro fratelli appollaiati sulla collina “Nicotrisi corna tisi“, nel senso di gente un pò altezzosa, snob. Sono cose però, che il tempo si sta portando via, nella consapevoleza che Nicotera è una, ed è impreziosita dai vari nuclei urbani che la compongono.
In una città dove forte è l’influenza del mare è chiaro che questo ha influenzato anche la cucina i cui piatti a base di pesce ricoprono una certa importanza. Tra i piatti più prelibati, c’è sicuramente la pasta con il nero di seppia, i “surici” (della famiglia dei pesci pettini) fritti, calamari e seppioline, gli involtini di pesce spada, a ‘nunnata, i merluzzi, la pescatrice, la zuppa di pesce.
Il genius loci è sicuramente Ricciotti Mileto. Figura di autentico intellettuale, fu scrittore e studioso locale nonché capace amministratore e sindaco della città di Nicotera. Tenace assertore della centralità di Nicotera marina nel quadro dello sviluppo economico e turistico del territorio comunale si batté soprattutto per la realizzazione di un porto turistico e peschereccio per il quale scrisse anche un bellissimo libro che, oltre a ripercorrere la grande vocazione verso il mare della gente del luogo, è fonte preziosa di interessanti notizie sulla storia della stessa frazione marina e uno spaccato sulle lotte politiche e sugli avvenimenti politici e amministrativi di quegli anni.
Con l’arrivo della bella stagione il lunghissimo e suggestivo lungomare di Nicotera marina si anima, divenendo di sera il luogo di passeggio e di ritrovo preferito dai giovani e dai meno giovani. La notte del 10 di agosto di ogni anno invece, in occasione della cosiddetta notte di San Lorenzo, a gruppi, i giovani del luogo, mescolati ai turisti, si riversano sulle spiagge che vengono illuminate da dei caratteristici falò.
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