Quando si tratta di dare fondi per la cultura in calabria spesso si scatena una sorta di allergia. E quello che avranno di certo pensato i dipendenti della biblioteca civica della Città dei Bruzi che hanno dichiarato lo stato di agitazione poichè lamentano di non ricevere lo stipendio da ormai tre mesi oltre alla tredicesima. Sembra infatti che – guarda un pò – manchino i fondi che dovrebbero essere reperiti da Comune e Provincia. Insomma, si trovano fondi per tutto ma per la biblioteca – tempio della cultura – beh si può attendere…. Così i lavoratori hanno giustamente incrociato le braccia e inalberato striscioni sullla facciata del palazzo che ospita la biblioteca stessa.
A loro è arrivata – tra gli altri – la solidarietà di uno stimato intellettuale che ha dedicato la sua vita alle biblioteche e alla cultura in generale, il prof. Gilberto Floriani, direttore del Sistema Bibliotecario Vibonese, anche lui sempre alle prese con fondi che a volte mancano o vengono erogati con colpevole ritardo dagli enti preposti. Floriani infatti, ha postato sui socila network una interessante riflessione – che proponiamo integralmente ai lettori di Mediterraneinews.it – dal titolo “Biblioteche in Calabria: se non servono chiudiamole tutte, se sono utili aiutiamole”.
“Leggo che i dipendenti, pochi, della Biblioteca Civica di Cosenza – si legge nella nota – sono scesi in sciopero perché’ da tre mesi non ricevono lo stipendio. La questione vera e’ che lo stato delle principali biblioteche calabresi, molte minori sono morte da tempo, e’ veramente difficile. Sono convinto che nel caso della Civica una qualche soluzione alla fine si troverà’, ma quello che e’ terribile e’ la precarietà‘, il non sapere se oggi o domani vi saranno le risorse per pagare le utenze o gli stipendi al personale. Sopravvivere insomma in perenne emergenza e questo vale soprattutto per quelle biblioteche che non dipendono direttamente da un comune: esempio Civica di Cosenza e sistemi bibliotecari, specie quando faticosamente questi sono riusciti a diventare realtà’ importanti come nel caso vibonese. In alcuni casi si sopravvive di progetti, ma bisogna fare salti mortali per farvi rientrare utenze e personale. Difficile – argomenta ncora il direttore del SBV – immaginare una Calabria senza biblioteche pubbliche, difficile ipotizzare la sorte di ingenti patrimoni documentari, difficile immaginare un futuro per queste realtà’ che qualcuno ha definito piazze del sapere e luoghi della democrazia e dell’inclusione. Difficile far capire a una società’ calabrese smarrita, ultima nella lettura e per povertà educativa, il ruolo che hanno o che ancora potrebbero avere le biblioteche in Calabria. Qualche settimana addietro per iniziativa dell’Anci e del Cepell ci e’ stato spiegato il ruolo che potrebbe avere il fundraising in una strategia generale di sopravvivenza delle biblioteche, certamente lo utilizzeremo, ma l’essenziale e’ che le biblioteche in Italia e maggiormente in Calabria sono un aspetto del welfare ed e’ questo che noi bibliotecari, pochi e sparuti come siamo ridotti, dobbiamo spiegare a chi ci amministra, sperando di essere ascoltati e capiti. E’ non è nemmeno questione di denaro perché le biblioteche alla fine sono efficaci e costano poco, meno della previdenza di tante categorie privilegiate. Tutta la solidarietà’ – conclude Floriani stesso – del Sistema Bibliotecario Vibonese alla Civica di Cosenza con la quale condividiamo le difficoltà’.