Dalla Sicilia a Limbadi per esortare il sindaco Pino Morello e la sua maggioranza a non mollare. Ad affrontare la traghettata dello stretto è stato Giovanni Impastato, fratello di Peppino, giornalista e attivista siciliano, ucciso dalla mafia il 9 maggio 1978 a Cinisi, cittadina a pochi chilometri da Palermo. Oggi Giovanni, che assieme a Peppino viveva a Cinisi a cento passi della casa di Tano Badalamenti, continua la sua quotidiana battaglia sul fronte della legalità muovendosi instancabilmente da Nord a Sud. A spingerlo in Calabria le recenti vicende che hanno interessato l’amministrazione comunale divenuta oggetto di attacco frontale da parte del M5S un cui deputato, Riccardo Nuti, ha presentato un’interrogazione a risposta scritta alla Presidenza del Consiglio e al ministro dell’Interno Marco Minniti per sollecitare l’invio della commissione d’accesso al Comune. Attacco a cui Morello ha replicato con una querela. Giovanni Impastato ha incontrato nella sede municipale i componenti della maggioranza ed ha espresso loro piena vicinanza e convinta solidarietà. Ha raccontato loro le vicende del fratello Peppino nel cui nome sta continuando a portare avanti un assiduo impegno per favorire il radicamento della legalità nella società italiana. Ha, altresì, promesso che tornerà a Limbadi per realizzare assieme all’amministrazione un evento culturale incentrato sulle problematiche che attanagliano l’Italia. <La visita inaspettata di Giovanni – ha asserito Pino Morello – ci riempie d’orgoglio e le sue parole ci danno il coraggio e la forza per proseguire a testa alta nel nostro cammino>.