Hanno preso carta e penna e hanno scritto una lunga lettera al direttore generale dell’Asp di Vibo Valentia, Angela Caligiuri, nonchè ai direttori sanitari sia ospedaliero che aziendale, per denunciare una situazione da loro stessi definita allarmante e insostenibile. Stiamo parlando delle sindacali della dirigenza medica dell’Asp vibonese, Annao Assomed, Cimo Asmd, Cisl Medici, Uil Medici, Cgil Medici, Cimo e Fns, che unitariamente hanno concordato un documento per denunciare il fenomeno della moltiplicazione dei ricoveri in barella negli ospedali dell’Azienda.
Una prassi inaccettabile e illeggitima, a detta delle stesse organizzazioni per vari motivi, poichè: a) viola la normativa sulla sicurezza in quanto le barelle non sono un mezzo idoneo dove effettuare trattamenti assistenziali o igienico-sanitari; b) non rispettano gli standard di dotazione dell’unità da ricovero in quanto il paziente non dispone di un campanello per la chiamata, di presa di ossigeno, di luce, presa di corrente per l’utilizzo delle apparecchiature elettromedicali diagnostiche e di assistenza; c) viola la normativa antincendio ed espone a pericoli aggiuntivi in caso di necessità di evacuazione dei locali per emergenze ambientali, ostruendo le vie di fuga; d) viola il diritto alla privacy del paziente, non garantito dall‘affollamento delle stanze o dall’allocazione in corridoio zone di passaggio ed e) viola le norme relative alla prevenzione della trasmissione di infezioni. E – si badi – che questa è solo un parte delle violazioni che sono state segnalate.
L’azienda – dicono le organizzazioni sindacali – è rimasta finora sorda alle sollecitazioni indirizzate alla stesa affinchè vengano adottate misure quantomeno per contenere questa prassi e addivenire ad una sua regolamentazione e hanno quindi lanciato la proposta che venga fatta ogni sforzo possibile affinchè si aumenti la dotazione dei posti letto disponibili – oggi sottodimensionata – istituendo una funzione di “bed management” come presente in altre realtà, adottando comunque una regolamentazione dei ricoveri ed istituendo dei posti letto di Medicina d’Urgenza con relativa guardia medica ed infermieristica. Le stesse organizzazioni sindacali poi affermano che sia necessario che i pazienti che sono destinatari di cure palliative o di lungodegenza riabilitativa siano curati attivando l’assistenza domiciliare.