Era il 18 gennaio 1920 quando, su un’iniziativa proveniente dal mondo ecclesiale, nacque la Cassa Rurale ed Artigiana di Depositi e Prestiti. L’atto di nascita ufficiale venne registrato al n. 1540 del registro Notarile del Notaio Giuseppe Ascone, dopo che ventisette cittadini si erano riuniti la sera del 18 gennaio 1920 per dare vita a questa interessante inziativa socioeconomica tesa a migliorare le condizioni morali e materiali dei tanti che, in seguito ai postumi della prima guerra mondiale, versavano nell’assoluta incapacità di reagire alla recessione e all’inflazione. per molti anni – si legge nel sito della banca – lo sportello della Cassa funzionava nell’abitazione di uno dei soci costituenti: il Sacerdote Don Domenico Fonti che fece superare alla Cassa stessa gli anni più difficili di quel periodo, le difficoltà del ventennio fascista, i disagi della nuova guerra. A Don Forti successe il dott. Domenico Gerace e poi, nel 1993 il dott. Carmelo Carbone. La Cassa in questi anni – sotto la rappresentanza legale del sig. Giulio Cosentino – si ingrandì fino a contare 8 sportelli, abbracciando un’area di competenza che va dal versante Tirrenico a quello Jonio e dal 1994 divenne Banca di Credito Cooperativo di Cittanova ai Sensi del D.L. 385 del 1993 e oggi conta 55 dipendenti.
Quasi un secolo di storia dunque per un istituzione che molto ha dato in termini di ricadute socio economiche al territorio di riferimento. Una storia che adesso rischia di essere macchiata purtroppo dal provvedimento preso il 31 marzo scorso quando la Banca d’Italia ha disposto lo scioglimento degli organi con funzioni di amministrazione e di controllo della Banca di Credito Cooperativo di Cittanova SC con sede in Cittanova e la sottoposizione della stessa alla procedura dell’amministrazione straordinaria.
Motivo della decisione sarebbero presunte infiltrazioni mafiose nell’istituto: un accusa grave per la quale la Banca D?Italia ha disposto il commissariamento dell’istituto di credito nominando nel contempo Claudio Giombini e Nicola Marotta, commissari straordinari e Ferruccio Auletta, Giovanni Mottura e Adriana Petti, componenti del Comitato di sorveglianza, che si sono insediati ufficialmente il 3 aprile scorso.
L’adozione del provvedimento di amministrazione straordinaria non comporta alcuna interruzione dell’attività della Banca e pertanto, la clientela può continuare a operare, come di consueto, presso gli sportelli della stessa.
la Federazione calabrese delle Banche di Credito Cooperativo, appresa la notizia in un comunicato, ha ribadito “la propria piena collaborazione con i commissari dalla Banca d’Italia per una positiva e rapida conclusione dell’intera vicenda, con l’obiettivo di salvaguardare il valore di una Banca locale che da anni svolge un ruolo portante a favore dell’economia del territorio”.
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