Alla fine, a vincere il titolo di borgo più bello d’Italia 2017 – nella finale del concorso svoltasi all’interno della popolare trasmissione RAI “Alle falde del Kilimangiaro” – è stato il comune di Venzone in provincia di Udine. Ma nella top ten della classifica troviamo anche un bellissimo comune calabrese del cosentino: Fiumefreddo Bruzio che si è piazzato al sesto posto
Fiumefreddo Bruzio (Jiumifriddu in dialetto calabrese) – lo ricordiamo – è un Comune italiano di 3.026 abitanti situato nel Basso Tirreno Cosentino, in provincia di Cosenza. Luogo turistico di grande pregio inserito dal novembre 2005 nel prestigioso club dei Borghi più belli d’Italia, ed insieme ad Altomonte e Morano Calabro rappresenta una delle meraviglie storiche paesaggistiche e culturali della provincia cosentina.
Fiumefreddo Bruzio è ubicata lungo la costa del mar Tirreno nella parte meridionale della provincia di Cosenza e confina a nord con Falconara Albanese ed a sud con Longobardi Marina. Il comune conta su una superficie di circa 30 km² la quale, pur essendo prevalentemente collinare, è caratterizzata da una spiccata differenza morfologica, infatti parte dal livello del mare e sale prima bruscamente, poi sempre più gradatamente, fino ad arrivare ai 1541 m del Monte Cocuzzo il quale è la cima più alta dell’Appennino Paolano.
Il territorio è costituito da un massiccio montuoso-collinare nell’interno, è ricco di boschi di querce, castagni e mortella nel cui sottobosco crescono spontanee piante officinali e aromatiche come: menta, origano, felci, e radure dove pascolano liberi ovini e bovini. Dal massiccio partono due falangi collinari divise da una stretta valle fluviale alla base della quale scorre una tipica fiumara appenninica e caratterizzate prima da sommità tondeggianti per finire poi, nella parte più succedanea al mare, in forma di pianori, su uno dei quali è edificato il borgo medievale che costituisce il centro storico di Fiumefreddo; in questa zona è dominante la macchia mediterranea e numerosi sono gli uliveti e i vigneti oltre ai frutteti. Infine, dalle pareti dei due pianori che cadono a strapiombo fino al livello del mare, parte una lingua di terra pianeggiante di natura prevalentemente alluvionale che si estende per poche centinaia di metri tra le colline e la spiaggia e sulla quale in tempi relativamente recenti sono sorte le frazioni della “marina”, dello “scaro” e del “regio” le quali sono prevalentemente vocate ad accogliere e promuovere il turismo balneare.