Previsioni confermate al ballottaggio delle elezioni presidenziali francesi che si sono tenute oggi. Emanuel Macron – grande favorito della vigilia – è l’ottavo presidente della Francia della Quinta Repubblica. Macron è stato eletto con una percentuale del 66.2% dei voti, praticamente doppiando la sua avversaria, la leader del Front National, che ha ottenuto solo il 33.8% .
Il leader del partito social liberale “En marche” avrebbe conquistato tutti i grandi centri urbani e tutti e novantasei Dipartimenti metropolitani tranne due e a Parigi addirittura averebbe ottenuto un risultato vicino al 90% dei voti, praticamente un autentico plebiscito.
Marine Le Pen quindi non c’è l’ha fatta a ribaltare i sondaggi della vigilia. Dopo il primo turno, aveva superato la soglia psicologica del 40% considerata dal FN come la soglia minima per il successo del partito in queste elezioni ma poi, durante il dibattito televisivo che ha tenuto incollati allo schermo milioni di francesi, la Le Pen, pur attaccando l’avversario a testa bassa, quando il confronto si è spostato sui temi economici è stata praticamente polverizzata da Macron che a differenza di lei, può vantare una grnde preparazione in questo campo. Da lì, i sondaggi sono cambiati e la forbice tra i due candidati si è nuovamente allargata fino al 63-37% delle ultima rilevazioni di ieri.
Marine Le Pen dopo i primi exit-poll diffusi alle 20.00 in punto, ha subito telefonato a Macron per augurargli buon lavoro e si è poi presentata dvanti a un folto nucleo dei suoi sostenitori per annunciare che adesso, la battaglia continua, e che lavorerà alla costruzione di un nuovo soggetto politico di destra che mandi in soffita l’ormai troppo logoro Front National. Sempre che le varie anime del partito – compresa quella della ultradestra cattolica della nipote Marion – la lasceranno fare. La Le Pen non è riuscita a sfondare nei grossi centri urbnani dove – a cominciare dalla capitale – le sue prestazioni elettorali sono state deludenti e negli elettorati degli altri partiti. Se infatti sommiamo il 22% raccolto al primo turno al 5% dei voti raccolti dal candidato della destra sovranista che si era immediatamente messo a disposizione della leader della ultradestra, si evince che rispetto al primo turno, Marine Le Pen, ha raccolto solo un misero 10%, mentre tutto il resto è andato a Emanuel Macron. Da sottolinare come il FN raccoglie le sue percentuali più alte nelle regioni orientali dove la disoccupazioine è più alta e nel suo feudo della Provenza.
Insomma un altra battuta d’arresto dell’ultradestra europea e non è la sola. Due giorni fa infatti, alle elezioni locali inglesi, l’UKIP il partito euroscettico e exnofobo ha perso tutti i 165 consiglieri comunali tranne uno, mentre oggi alle elezioni regionali in Germania, in un land al confine con la Danimarca, il partito euroscettico di destra AFD, ha avuto solo il 5.5% dei suffraggi. Altre due buone notizie quindi per i partiti moderati e europeisti visto che in questi due paesi si vota per le politiche, rispettivamente l’8 giugno e il 16 settembre prossimi.
Adesso la Francia dopo l’insediamento del nuovo presidente è attesa, tra poche settimane, anche al rinnovo del parlamento nazionale.