E’ una vicenda triste, dove la scienza medica britannica non sa andare oltre se stessa e teme, forse, che ci sia un’altra strada (misteriosa e miracolosa) che possa smentire il suo relativismo scientifico.
Prima viene la scienza e poi l’essere umano. Un tempo era l’inverso. Un relativismo figlio di un umanesimo che ha tolto Dio e ha messo al centro l’uomo, in questo caso l’uomo di scienza che si dà un limite appellandosi ad un protocollo e poi l’uomo di legge, colui che stabilisce e sentenzia di sospendere le cure ad un bimbo appena nato con soli pochi mesi di vita. Un infanticidio legalizzato dall’eutanasia?
Charlie è affetto da una sindrome da deplezione del Dna mitocondriale, malattia rara che causa un progressivo e inesorabile indebolimento muscolare. Per la medicina è incurabile perché non si son fatte le dovute ricerche scientifiche perché non conveniente investire in malattie così rare che sono un grande costo economico ed un ritorno misero economico, a spese della vita che non dovrebbe avere prezzo, ma i suoi genitori, Connie Yates e Chris Gard, non accettano questa barbarie scientifica e giuridica inumana ed hanno sempre nutrito speranze e lottano per salvare la vita del loro piccolo figlio.
Una scena terribile dove i genitori inermi saranno costretti a guardare negli occhi il proprio figlio e, nel mentre il pargolo si spegne, immagino gli chiederanno scusa per averlo concepito, portato amorevolmente in gestazione, averlo partorito e tentato di accudirlo. Charlie, nel guardarli anch’egli negli occhi penserà: grazie mamma e papa per avermi dato la gioia di nascere, vivere, vedervi, conoscere i vostri volti e sentire il vostro amore. Sembra poco ma mi avete dato in poco tempo una sensazione di immensità e di amore che non avrei potuto provare se non fossi nato.
Addio Charlie, te ne andrai portando il dolce ricordo di due genitori che ti hanno amato con tutto il cuore, ma anche l’amara realtà di una comunità scientifica e giuridica che ti hanno pilatescamente rifiutato prescrivendoti la macabra ricetta della sospensione delle cure, foriera del tuo manifesto di morte.
Assistiamo in questi giorni ad una vera solidarietà popolare verso Charlie e i suoi genitori con una raccolta fondi commovente, ed assistiamo dall’altra ad una bigotta solidarietà radical chic che vede da un lato un Capo di Stato come Trump twittare interesse al caso e dall’altra l’Ospedale Cattolico del Bambin Gesù pronto a ricoverare, senza particolari speranze aggiuntive, il piccolo Charlie. Il tutto raggelato dalla risposta inglese che, motivi legali impediscono il trasferimento di Charlie dall’Inghilterra verso gli gli Stati Uniti o in Italia. Papa Francesco su Twitter, ha scritto il valore di “difendere la vita umana, soprattuto quando è ferita dalla malattia”. Un po poco sembra al momento.
Le coscienze radical chic sembra che non si siano così ben lavate e rimaniamo in attesa di ulteriori, seri, efficaci e clamorosi sviluppi. Si spera, almeno, che dalla sede Vaticana ci sia un sussulto divino di affermazione dei valori di fede, speranza e carità…verso quel povero Cristo… di Charlie.
Anche sul fronte della Chiesa Ortodossa Russa si alza forte la voce del Metropolita Hilarion: «Una decisione mostruosa da parte del Tribunale dei diritti umani che dimostra la profondissima crisi del concetto di protezione dei diritti umani. Oggi il diritto alla vita porta dritto al diritto a morire» ha commentato il Metropolita Hilarion, il capo del dipartimento estero del Patriarcato russo, il quale si chiede come mai in uno Stato democratico come la Gran Bretagna, «nel 21esimo secolo, una famiglia sia bloccata in una clinica a causa della decisione di una corte e non può dirigersi in un’altra clinica».
Tra qualche tempo leggeremo in un periodico progressista che a Charlie era stato diagnosticata la malattia rara quando già era nel grembo materno, ma i genitori, testardi, non avevano probabilmente accettato di abortire e quindi, necessitava dare loro una lezione di vita… relativista e progressista.
Così vanno le cose …in questi ultimi tempi…