Sul portale delle acque gestito dal ministero della Salute, navigando alla ricerca di dati sulla balneabilità del mare, è possibile trovare marchiato di rosso, e quindi vietato alla balneazione, un tratto del litorale nicoterese che si estende per circa 1400 metri a destra della foce del Mesima. In realtà, stando ai dati comunicati dall’Arpacal, il divieto dovrebbe riguardare soltanto duecento metri che, peraltro, ricadono in buona parte sul litorale di Rosarno. Negli ultimi mesi più volte l’Arpacal è stata invitata a correggere l’errore, ma ogni sollecito è caduto nel vuoto. L’ing. Antonio D’Agostino, dirigente del movimento “14 luglio”, ha recentemente rilanciato il problema, ma nulla è cambiato. Il dato di per sè sembrerebbe insignificante, in realtà non lo è. Tutt’altro. Il perdurare della colorazione rossa su un tratto di quasi 1400 metri, in sostanza, starebbero compromettendo seriamente le attività di tre villaggi turistici che s’affacciano su quel tratto di litorale. I villeggianti, sempre più spesso, prima di prenotare, controllano la zona interessata accedendo al portale della acque e potrebbero, quindi, essere messi fuori strada da un divieto di balneazione in realtà inesistente. Il tratto di litorale alla destra del Mesima risulterebbe, infatti, colorato di rosso non per la presenza di fonti di inquinamento, ma per un errore grafico nell’indicazione delle coordinate geografiche.
Eliminare l’inconveniente è anche cosa semplice, ma sino ad oggi, nonostante le pressioni del movimento “14 luglio”, nessuno degli uffici competenti per materia e territorio s’è preoccupato di regolarizzare la situazione. E di <fioritura algale> s’è parlato a lungo anche nel corso di un recente incontro nella sede comunale, al quale era presenti Angela Diano, responsabile della sezione Arpacal di Vibo e i commissari straordinari Adolfo Valente e Nicola Auricchio, nonché il sottufficiale Fabio Rodigliano, comandante della delegazione di spiaggia di Nicotera, e l’ing. Francesco Costantino, dirigente del dipartimento Ambiente della Regione. Alla dott.ssa Diano è toccato il non facile compito di fronteggiare le puntualizzazioni avanzate dalla delegazione del movimento “14 luglio” poco convinta della bontà dei risultati divulgati dall’Agenzia regionale per l’Ambiente e che indicano come unica causa di temporanei fenomeni di non cristallinità delle acque la presenza di alghe non tossiche appartenenti all’ordine delle “Gymnodiniales”. La decisa presa di posizioni dei cittadini ha spinto la direzione scientifica dell’Arpacal a diffondere una corposa nota per precisare che <i nostri certificati analitici sono a disposizione di chiunque ne faccia richiesta> e che <se qualcuno vuole mettere in dubbio la veridicità dei nostri atti, lo faccia nelle sedi opportune>. Toni duri che non spaventano il movimento “14 luglio” i cui dirigenti stanno valutando le iniziative da intraprendere per evitare che l’estate in corso dia più spazio alle parole che ai fatti.