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Arpacal lancia l’allarme sull’aumento del consumo di suolo nella nostra regione.

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Nell’arco del biennio 2015-16 la Calabria ha visto consumare 1,4 chilometri quadrati del suo suolo, con picchi del 15% nel territorio comunale dei capoluoghi Catanzaro, Cosenza e Vibo Valentia. E’ il verdetto che emerge dal “Rapporto nazionale sul consumo di suolo in Italia 2017”, presentato nelle corse settimane a Roma dal Sistema Nazionale della Protezione Ambientale, in cui le pagine della Calabria sono state realizzate dal Centro Geologia e Amianto dell’Arpacal. Una attività estremamente utile ai fini della pianificazione territoriale realizzata col ricorso a moderne tecnologie come le immagini satellitari riprese nel 2016 dal satellite multispetrale ad alta risoluzione Sentinel2 (costellazione satelliti Sentinel – ESA).

Nel Rapporto – si legge nella nota pubblicata a corrredo dello stesso nel sito istituzionale dell’Arpacal – vengono analizzati i dati aggiornati del consumo del suolo per la Regione Calabria. Gli studi sono state eseguiti per la prima volta dall’Arpacal presso il Centro Geologia e Amianto, diretto dalla dr.ssa Teresa Oranges, grazie ai funzionari tecnici geologi Luigi Dattola e Ivan Meringolo.  Le tecniche utilizzate per lo svolgimento delle elaborazioni sono di tipo miste di fotointerpretazione/telerilevamento ed hanno richiesto un lavoro puntuale e minuzioso di un elevato numero di dati”.

Nella regione Calabria – si legge nel rapporto – i dati al 2016 mostrano una stima del suolo consumato pari al 5,11%, con un incremento percentuale rispetto al 2015 di circa lo 0,19%, ovvero, altri 1,4 chilometri quadrati di nuove coperture artificiali tra il 2015 e il 2016. A livello provinciale, nel 2016 troviamo valori compresi tra il 5 e il 6% di suolo consumato in tutte le provincie calabresi, fatta eccezione per la provincia di Crotone con un valore percentuale di poco superiore al 3%. Analizzando la distribuzione territoriale del consumo di suolo, è evidente come le più elevate percentuali, maggiori del 15%, siano da attribuire a Comuni capoluogo (Cosenza, Catanzaro, Vibo Valentia); valori sopra la media regionale si riscontrano, pure, in alcuni Comuni Costieri insieme ad altri Comuni che non sono capoluogo (Amantea, Diamante, Scalea, Rende, Soverato, Lamezia Terme, Gioia Tauro, Locri, Tropea, etc.).

In riferimento alle dinamiche di consumo del suolo, nel periodo 2015 -2016 le aree maggiormente
interessate sono quelle della fascia costiera e delle zone associate ai principali centri urbani; il consumo di nuovo suolo ha riguardato, invece, in misura minore le aree collinari e montane interne, caratterizzate generalmente da un’urbanizzazione poco densa. I confini della Calabria corrono lungo il mare, con uno sviluppo costiero che è circa pari al 10% del perimetro costiero dell’intera penisola italiana; il territorio calabrese si pone, inoltre, fra le regioni italiane con il più alto indice di boscosità (circa il 32%). L’auspicio è quello di limitare o azzerare il consumo e l’impermeabilizzazione del suolo in tali aree di rilevante interesse naturalistico e paesaggistico.

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