La nuova edizione del “Taranta Festival” si è aperta ieri sera nel cuore del centro storico nicoterese, tra il suggestivo affaccio posto ai piedi del settecentesco Castello Ruffo – dove si è tenuta la sesta edizione della concomitante “Sagra regionale della dieta mediterranea e dell’emigrante” – e la centralissima Piazza di Santa Caterina dove i primi gruppi musicali, tra quelli che si succederanno fino al 20 agosto, hanno intrattenuto e fatto ballare le centinaia di persone presenti.
La serata è stata un grande successo di pubblico e di presenze, tanto che ormai si può parlare del Festival di Nicotera, come di uno degli appuntamenti musicali più popolari per i giovani tra quelli che si svolgono nell’intero circondario reggino- vibonese. E anche nella giornata di ieri, tantissimi sono stati infatti i cittadini provenienti dall’hinterland nicoterese – posto a cavallo delle due suddette province – che non hanno voluto far mancare la loro presenza a questo appuntamento, musicale e gastronomico insieme. Merito anche di una capillare opera di pubblicizzazione dell’evento, realizzata nelle due settimane precedenti, dall’Associazione Taranta Festival e dal suo direttore artistico Nino Cupitò (nella foto), che hanno battuto palmo a palmo il territorio e pubblicizzato l’evento sui media locali e sui social network. E va sottolineato che la manifestazione stessa ha prolungato di quasi una settimana l’estate nicoterese che di solito si chiudeva la sera di Ferragosto.
Il Nicotera Taranta Festival – lo ricordiamo – nasce nell’anno 2009, quando lo stesso Nino Cupitò, con un gruppo di amici, durante i festeggiamenti del co-patrono nicoterese San Giuseppe, iniziò avventurosamente a pensare ad un Festival della Tarantella da tenersi proprio a Nicotera. Un progetto che si concretizzò l’anno dopo, dapprima come Festa dell’emigrante che si tenne in via San Francesco con una sagra e annessa Festa della tarantella e nel 2011 con l’attuale Taranta Festival.
La serata di ieri ha avuto come prologo l’immancabile presenza dei tradizionali “Giganti i Sabbatinu” (nella foto) che intorno alle 20.30, percorrendo le vie del paese, hanno dato il segnale dell’avvio della grande e tanto attesa festa.
Lungo il Viale Castello quindi, la gente ha cominciato a disporsi lungo la fila di tavoli allestiti dalla mattinata in un preciso ordine, per gustare i piatti tipici locali che rientrano nel “paniere” della cosiddetta Dieta mediterranea che, grazie al celebre Seven Countries Study, ha provato la sua validità medico-scientifica, come regime alimentare altamente salutistico. Studio epidemiologico fondamentale che si è tenuto anche qui a Nicotera. (nella foto l’equipe in visita alla città nel 1957).
I presenti hanno potuto così gustare la semplice ma buonissima “Pasta ca ‘nduja e cu sucu friscu”, i deliziosi “Fagioli ‘nta pignata”, l’apprezzatissima “Peperonata”, i “Milingiani chjini”, i gustosissimi “Pipi arustuti”, le “Olive casarole”, angurie e pane paesano, il tutto col il buonissimo vino locale. E il Taranta Festival, non a caso, è efficacemente coadiuvato – oltre che dalla Pro-loco cittadina – dall’Accademia Internazionale della Dieta Mediterranea di Nicotera che – tra le altre cose – proprio quest’anno, ha dato vita anche al Club della Dieta mediterranea, al quale hanno prontamente aderito tutti i ristoratori della cittadina tirrenica vibonese, con lo scopo di valorizzare i prodotti tipici locali, recuperare la tradizione gastronomica nicoterese nei menù dei ristoranti, elaborare iniziative e progetti finalizzati alla diffusione di buone pratiche alimentari.
Mentre la Sagra – giunta ormai alla sua sesta edizione – era in corso, si sono accese le luci del palco installato nella Piazza di Santa Caterina sul quale, nelle scorse edizioni, si sono avvicendati i migliori gruppi di musica popolare, per – non è un eufemismo – dare così inizio alle danze
Ad esibirsi due gruppi molto popolari: i Taranta Nova dello Stretto e gli Etnosound.
I primi – lo ricordiamo – sono un gruppo etnico folk calabrese che ha al suo attivo una seri di tour per l’Italia in generale per di più al sud e composto da otto valenti musicisti: Francesco Maio (chitarra), Domenico De Marco (lira e pipita), Domenico Curatola (organetto), Domenico Barillà (organetti), Giorgio Catalano (fisarmonica), Giovanni Bellantoni (percussioni), Pasquale Linus (chitarra classica), Natale (basso elettrico), le vocalist Stefania laganà e Alessia Catalano e la ballerina Zaira Ruggiero. Un gruppo che ha ricevuto anch’esso vari riconosciment al Festival della tarantella di Vibo, al Fassi Festival di Guardavalle (CZ) e al Premio Manente.
A seguire – come dicevamo – gli “Etnosound”, nati da un’idea di Leonardo Bonavita – che hanno pubblicato il loro primo album (“Amuri Appena Natu”) nel 2012, un disco fatto di testi e musiche inedite ma non solo, con all’interno la fortunata hit “Vorria Mu Moru”. A questo sono poi seguiti: “Cantu Novu”, (2013) composto da dieci tracce totalmente inedite per musiche e testi, “Etnosaund” (2014) e “simu Ccà” (2015) che si configura come una dichiarazione d’amore alla propria terra dove i sei musicisti hanno deciso di rimanere e di vivere nonostante le difficoltà presenti. L’anno scorso è stata poi la volta del disco intitolato “Calabrisi e mi ‘ndi vantu”, composto da dieci inediti e un “remake”, quello di “Tu si Regina”, diventato ormai un classico della band ionio-pianigiana. Il gruppo è stato insignito del premio “La Calabria che lavora”, come “Miglior Gruppo Etnico della Tradizione Popolare Calabrese Nel Mondo”, e ha anche vinto la prima edizione del “Gran Premio Checco Manente” per il video del brano “Vorria mu moru”.
Soddisfazione per la piena riuscita della prima serata del Festival è stata espressa dallo stesso direttore artistico Nino Cupitò che non ha mancato di sottolineare ancora una volta come questo evento sia “la prova che, se si vuole, anche a qui, si possono organizzare manifestazioni artistiche e culturali di livello. Quest’anno infatti, lo slogan adottato (“Io restu cà..!”) non a caso, è anche un esortazione nel riscoprire le tante possibilità che questa terra ci offre e che spesso non sappiamo cogliere”.
Stasera si esibiranno i Giamberiani con la loro musica tradizionale calabrese e i musicisti di Passione etnica – nuovo suono battente. Il 19 poi, saranno di scena gli Antigua e gli Etnopathos. Nella serata finale del 20 agosto, infine, a scaldare il pubblico, ci saranno i Tarantanovasound e la Skunchiuruti band live.
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