Saranno consegnate al comandante della Polizia municipale, Gregorio Milioni, le chiavi dello stabile, ex albergo “Elefante rosso”, requisito alla cosca Mancuso di Limbadi, sito in località Timpa della frazione Marina. Milidoni sarà direttamente responsabile del successivo utilizzo dell’edificio, un fabbricato di tre piani inaugurato nel 2011 come centro di aggregazione sociale, con destinazione d’uso per attività giovanili o comunque di interesse pubblico, così come previsto dall’agenzia del Demanio. Fino ad oggi le chiavi erano custodite nella cassaforte dell’ufficio contenzioso di palazzo Convento.
Un immobile, quello dell’Elefante rosso, che nel tempo è rimasto perennemente chiuso, abbandonato a se stesso nonostante i tanti progetti pensati per l’utilizzo della struttura. Tante destinazioni d’uso, però, quasi mai realizzate per varie problematiche legate alla burocrazia, ma anche alla cronaca.
Una storia che inizia nel 2010 con l’immobile ristrutturato e convertito a luogo di aggregazione giovanile e sociale grazie ai finanziamenti, circa 800mila euro, del Pon Sicurezza attraverso i quali l’edificio venne riqualificato per la realizzazione di un centro di cinematografia con direttore Andrea Naso, stimato attore-regista nicoterese. Fra chiusure e improbabili aperture si era riusciti a realizzare un prezioso laboratorio di musica della cui gestione era ed è responsabile Maria Salvia, dirigente scolastico dell’istituto comprensivo “Amerigo Vespucci” di Vibo Marina, in collaborazione con Ministero dell’Istruzione, Comune, Unical, Centro sperimentale “Dracma”, associazione “Libera”, Dams di Cosenza, fondazione “Calabria film commission” e Conservatorio di musica “F. Torrefranca” di Vibo Valentia.
A novembre 2015, senza colpo ferire, un maxi furto compiuto all’interno dell’immobile lo “spoglia” di quasi tutta la strumentazione acquistata grazie ai finanziamenti Pisr relativi ai “Beni confiscati alla criminalità” spesi per la realizzazione di un Centro di musica e cinematografia, “Musicarte”, un corso che, nel tempo, avrebbe dato vita ad un’orchestra giovanile di ben cento elementi formata da ragazzi provenienti dalle scuole. Violini, chitarre, strumenti a fiato, impianto audio e tanto altro ancora sottratto all’interno del fabbricato che dopo qualche tempo avrebbe dovuto ospitare corsi didattici, culturali e musicali. Nello specifico, i malviventi hanno trafugato tutta l’intera strumentazione musicale del valore approssimativo di circa 200mila euro. Il furto sul quale sono ancora in corso indagini da parte dei Carabinieri di Nicotera Marina, avrebbe, quindi, frenato il progetto diretto ai giovani che avrebbero avuto l’opportunità di seguire le lezioni di musica, ma, anche, di crescere in maniera serena e armonica. Al di là del danno materiale ed economico, infatti, notevolissimo è stato il danno morale in quanto chi ha compiuto il gesto ha tolto la possibilità a tantissimi ragazzi di poter utilizzare non solo gli strumenti, ma anche di stare insieme nel rispetto delle regole.
Si arriva, quindi, a settembre 2016, quando la gestione e la direzione artistica del Centro sperimentale di cinematografia è stata affidata all’istituto di istruzione superiore “Morelli-Colao” di Vibo Valentia con l’obiettivo di formare figure professionali da impiegare nel mondo del cinema (truccatori, scenografi, tecnici delle luci, ecc.). L’allora amministrazione guidata da Franco Pagano, aveva riavviato la procedura che durava da anni e che si era improvvisamente interrotta a seguito del furto, ma anche per la sopraggiunta scadenza della convenzione che, nel 2012, la commissione straordinaria guidata dal prefetto in quiescenza Marcello Palmieri aveva stipulato con Naso, affidandogli la gestione del Centro.
L’ennesima occasione mancata è datata 2017, quando il presidente della Provincia, Andrea Niglia, respinse la richiesta avanzata dal dirigente scolastico dell’Iis di Vibo Valentia “Morelli-Colao”, Raffaele Suppa, di allocare nello stabile una sezione staccata del liceo artistico. L’idea doveva essere considerata dal piano di dimensionamento scolastico, ma per le consuete questioni finanziarie, nonché burocratiche, il progetto fu bocciato. La storia dello stabile evidenzia, ancora una volta, come il percorso dal sequestro alla destinazione di un bene confiscato alla mafia sia lungo, tortuoso e pieno di interruzioni. Sarebbe opportuno, adesso, che oltre a consegnare le chiavi, la commissione straordinaria lavori per poter avviare al suo interno progetti validi anche se necessitano ulteriori finanziamenti, affinchè si creino quelle “occasioni” per superare tutto ciò che intralcia e ritarda il percorso di rinascita dell’immobile.